È con comprovata soddisfazione che i club calcistici hanno accolto la pronuncia sulla Superlega di questi giorni: un verdetto che forse ha colto di sorpresa molti
Sul fronte politico, le varie federazioni calcistiche sottostanti l’egida dell’UEFA si erano unite nel respingere la Superlega, considerandola, all’epoca, una violazione dei principi intrinseci dello sport. Questi enti, veri e propri giganti multinazionali, detengono un potere economico sovraumano.
In tal senso si è espresso l’avvocato Angelo Cascella, intervenuto in diretta ai microfoni di TvPlay. “La sentenza ha ufficialmente sancito la violazione dei principi di concorrenza, – dice in tono fermo – evidenziando un abuso di posizione dominante. Tuttavia, ci troviamo di fronte a un comunicato stampa conciso”.
Va da sé che la pronuncia non implica un implicito sostegno alla Superlega; occorre agire con prudenza, anche considerando le modifiche apportate al formato originale. “Personalmente, – prosegue l’immarcescibile Cascella – ritengo che questo verdetto rappresenti una vittoria ma non un trionfo per la Superlega”.
Caos Superlega: una vicenda avvolta dall’incertezza
“Non si può affermare con certezza – incalza Cascella – nulla in merito alla Superlega, poiché il terreno è inesplorato e privo di precedenti”. In sostanza, UEFA e FIFA hanno adottato una posizione categorica: ‘o dentro o fuori’, senza concedere margine per ambiguità.
Tale decisione, tuttavia, comporta inevitabilmente un pregiudizio nei confronti di chi è escluso dalla competizione. Si pone quindi la questione cruciale di valutare la compatibilità di tale approccio con le leggi del diritto comunitario. “Se quattro individui decidessero di formare la propria associazione, nessun altro avrebbe diritto di lamentarsi”.
La mancanza di precedenti getta un’ombra di incertezza sull’intera faccenda. L’intervento di oggi ha gettato luce su un aspetto cruciale: alcune pratiche adottate finora da UEFA e FIFA potrebbero non essere in linea con le normative comunitarie.
Il germe di questa problematica affonda le sue radici nella sfera economica, con ogni squadra che manifestava il desiderio di accedervi mossasi dalla necessità di accrescere i propri guadagni. Con il trascorrere del tempo, la vicenda si è trasformata in una questione giuridica, e il prossimo atto si preannuncia di natura politica.
“Coloro coinvolti in questo intricato affare sono ora chiamati a trovare un equilibrio, poiché uno scontro aperto risulterebbe svantaggioso per tutte le parti coinvolte”, conclude con innegabile saggezza l’avvocato facendo un esempio calzante e pertinente.
“Un esempio tangibile di questa dinamica è riscontrabile nell’esperienza dell’Eurolega nel basket: dopo un inizio tumultuoso, essa è riuscita a prevalere sulle contraddizioni iniziali, consentendo alle società partecipanti di mantenere la loro presenza nei campionati nonostante le avversità”.