Nell’ombra degli ultimi gradini della classifica, la compagine guidata dal signor Brambilla ha subito l’ennesimo naufragio, piegandosi di fronte alla Fermana, lanterna rossa del Girone B di Serie C.
Se in precedenza il richiamo delle sirene si percepiva appena in lontananza, ora riecheggiano con fragore. La Juventus Next Gen attraversa un’acuta crisi e la disfatta sul terreno di gioco della Fermana, ultimissima in classifica nel Girone B di Serie C, costituisce il nadir di un’intera stagione.
La squadra di Brambilla dilapida le proprie risorse nel primo tempo finendo per soccombere 2-1. I bianconeri si portano in vantaggio grazie a Guerra, ma la loro supremazia viene ribaltata, lasciandoli ancorati alla penultima posizione. Ora, il pericolo di una retrocessione imminente agita le acque del progetto con inquietudine.
Dopo il trionfo contro l’Arezzo lo scorso 25 novembre, sono giunte tre disfatte (Cesena, Lucchese e, per l’appunto, Fermana) e un pareggio in campionato, con l’amara aggiunta dell’eliminazione dalla Coppa Italia. Benché la zona salvezza non si presenti così irraggiungibile, le perplessità si Estendono.
Stagione dopo stagione, la squadra si trova a doversi reinventare, in un perpetuo flusso di cambiamenti persino nel corso del medesimo campionato, scandendo la quotidianità della settimana con incertezza e instabilità.
L’obiettivo primordiale della squadra riserva non risiede nell’assicurarsi una collocazione precisa in classifica, bensì nell’imperativo di mantenere la sua presenza tra i ranghi professionistici. Tale proposito si fonda sulla valorizzazione dei talenti in vetrina, plasmandoli con cura per il salto definitivo nella prima squadra.
Obiettivi primari ed interventi necessari
Il presente, tuttavia, non ha ancora fornito alla squadra la continuità di risultati sperata, in parte a causa di un cambiamento di girone che ha innalzato il grado di difficoltà. Coloro che potrebbero conferire un contributo determinante, come Yildiz, talvolta calcano il terreno della Serie C, relegando la loro presenza a sporadiche apparizioni.
Nonostante ciò, è indubbio che Yildiz abbia già ufficialmente varcato i confini della prima squadra. È questo il contesto che ha spinto il direttore sportivo Giovanni Manna a esprimersi con chiarezza. Le sue considerazioni sulla situazione attuale della Next Gen e sul rischio di retrocessione sono permeate da una calibrata consapevolezza.
L’eventuale declassamento rappresenterebbe un fallimento, poiché vanificherebbe la stessa idea di professionismo. L’obiettivo, pertanto, è rimanere saldamente ancorati a questa categoria, e l’immarcescibile Manna affronta la situazione con una calma misurata.
Nel dialogo con i giovani calciatori, egli riconosce l’andamento altalenante che caratterizza ogni percorso, permeato inevitabilmente da errori. L’esempio dei giocatori nati nel 2005, ora parte integrante della prima squadra, viene evocato come testimonianza tangibile di questo processo.
Manna, tuttavia, invita alla cautela, anticipando la possibilità di movimenti sul mercato. La transizione di giocatori dalla seconda squadra alla prima non è solo un obiettivo di natura sportiva, ma anche di indole finanziaria.
Manna richiama l’attenzione sui dodici ragazzi che attualmente militano in Serie A, e altri in Serie B, sottolineando che non tutti riescono ad accedere alla prima squadra della Juventus, poiché costituisce un traguardo di notevole rilevanza. Manna non esclude la possibilità di iniziative sul fronte del mercato, pragmatismo che si fa strada nel corso della discussione.