In Formula 1 è scoppiato un terremoto dopo le parole di uno dei più grandi protagonisti del momento, che ha parlato del rischio del ritiro
Un fatto di cui non molti erano a conoscenza e che fa capire anche diversi aspetti nascosti di un personaggio che ormai da tempo è considerato il più bravo di tutti nel Circus.
In questo momento in Formula 1 vige una sola legge, quella della Red Bull, che da tre anni sembra essere invincibile. Nel 2021 ci fu battaglia ad armi pari con la Mercedes di Hamilton e la bravura di Verstappen fece la differenza. Dalla scorsa stagione, invece, il progetto RB ha preso letteralmente il largo, diventando inarrivabile per tutti gli altri. Troppo superiore a livello aerodinamico la vettura costruita dal genio di Adrian Newey, che come successo nel periodo di Vettel, ha consegnato ai suoi piloti un vero gioiello.
D’altronde come Super Max è considerato il campione del momento per quanto riguarda i driver, di ingegneri superiori alla media ce n’è soltanto uno ed è proprio il britannico. Grazie a lui anche la Williams degli anni ’90 divenne imbattibile, consentendo in quel periodo a Mansell, Prost, Hill e Villeneuve di portare a casa i titoli iridati. L’unico a non riuscirsi, per un tremendo accanimento del destino, fu Ayrton Senna, scomparso il 1° maggio del 1994 a Imola proprio mentre era alla guida della FW16.
Formula 1, il racconto toccante di Adrian Newey: “Dopo la morte di Senna ho pensato di smettere”
Parlando della morte di Senna, Adrian Newey ha confessato una tremenda verità, che ha lasciato senza parole tutti i tifosi e gli addetti ai lavori. Nel corso di un’intervista al podcast Beyond the Grid, l’ingegnere della Red Bull ha dichiarato: “Dopo la morte di Ayrton ho pensato di smettere. Credo che dopo una tragedia del genere se non ci si interroga c’è qualcosa che non va”.
Poi Newey aggiunge: “Sento ancora un senso di responsabilità per quello che è successo ma nessun senso di colpa”. La Williams, a cominciare dal direttore Patrick Head e dal proprietario Sir Frank Williams, subirono un durissimo processo per responsabilità diretta nella morte del campione brasiliano. La rottura del piantone dello sterzo poteva essere stata causata da un cedimento evitabile. Alla fine furono tutti assolti ma di certo da quel 1° maggio 1994 la loro vita, come quella di tutti i fan di F1, non è davvero più la stessa.