Il suo nome resterà scolpito per sempre nella storia dello sport italiano. Gianmarco Tamberi ormai è diventato un campione a tutto tondo
I campionati del mondo di Budapest hanno consegnato per sempre alla storia dello sport italiano quello che ormai è il saltatore in alto più forte di sempre. Gianmarco Tamberi sulla pista dello stadio della capitale ungherese è diventato il secondo atleta azzurro a vincere la medaglia d’oro in tutte e tre le competizioni più importanti: Europei, Mondiali e Olimpiadi.
Il primo a realizzare questa impresa è stato nella prima metà degli anni ottanta il mezzofondista milanese Alberto Cova che nei 10mila metri si impose in rapida successione nei tre grandi eventi. Ora è toccato al campione di Civitanova Marche riuscire ad eguagliare a distanza di quasi quarant’anno il leggendario ragioniere meneghino.
Una carriera ricca di successi, di gioie e di trionfi quella del saltatore marchigiano il cui primo alloro importante risale al 2016 quando conquistò la medaglia d’oro ai campionati europei di Amsterdam. Sembrava l’inizio di un percorso straordinario, senza ostacoli e dal futuro roseo. Ma il destino era in agguato e poche settimane prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro rimase vittima di un grave infortunio alla caviglia.
Un ko che a un certo punto ne mise a rischio l’intera carriera sportiva. Dall’altare alla polvere, dal paradiso all’inferno. Ma Tamberi, pur con tanta sofferenza e una fatica immane, è riuscito a superare quella batosta tornando a saltare alla grande dopo qualche stagione di assestamento.
Tamberi, dalla depressione ai trionfi di Tokyo e Budapest: “Cinque anni assurdi”
Intervenuto nel salotto televisivo del programma ‘Verissimo‘, in onda sulle reti Mediaset e condotto come di consueto da Silvia Toffanin, il neo campione del mondo ha ripercorso proprio quei drammatici momenti, non senza cedere a qualche attimo di legittima commozione.
Proprio nei giorni successivi all’ennesima grande vittoria, la conquista del titolo iridato che di fatto ne completa alla perfezione il palmares, Tamberi ha voluto ricordare gli anni del dolore e di una caviglia che non voleva saperne di guarire. In quelle lunghe stagioni di buio il rischio che potesse mollare tutto è stato più che concreto.
“Quella è una cicatrice che mi rimarrà sempre dentro anche se fortunatamente è stata coperta da tanti successi. Quei cinque anni non li dimenticherò mai, ho vissuto una specie di depressione che mi ha cambiato la vita”. Ora è tempo di nuovi obiettivi: “Le Olimpiadi di Parigi del 2024, voglio ripetermi“. Siamo tutti con lui.