Serie A su Dazn, i giornalisti Rai non ci stanno: accuse clamorose

Serie A su Dazn, i giornalisti Rai non ci stanno: accuse clamorose nei confronti della piattaforma anglosassone. C’è il comunicato ufficiale

Microfono Dazn
Dazn (Getty Images)

La prossima stagione calcistica, quella che avrà inizio domenica 22 agosto con il nuovo campionato, porterà con sè delle grandi novità. Su tutte, il ruolo della piattaforma streaming Dazn che grazie a un’offerta imbattibile ha strappato a Sky i diritti dell’intera Serie A. Trecentoottanta partite che Dazn ha acquistato sborsando la bellezza di 840 milioni l’anno per i prossimi tre anni. L’altro elemento di novità emerso nelle ultime ore riguarda il cosiddetto spezzatino: il progetto della piattaforma anglosassone prevede infatti l’addio definitivo alla trasmissione in contemporanea delle partite. Con dieci slot disponibili si potrebbe addirittura arrivare ad avere, almeno in teoria, dieci partite in dieci orari diversi nello stesso weekend.

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Uno scenario ad oggi più che plausibile ma che sta sollevando un vespaio di polemiche. Dopo la reprimenda del Codacons (associazione nazionale a tutela dei consumatori), è arrivato un durissimo comunicato stampa a firma USIGRai, ovvero il sindacato dei giornalisti Rai. I giornalisti sportivi dell’emittene di Stato denunciano il nuovo progetto targato Dazn, reo di mettere seriamente a rischio la messa in onda di una trasmissione storica della radiofonia come ‘Tutto il calcio minuto per minuto’.

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Diritti tv (Getty Images)

Serie A su Dazn, il duro comunicato dei giornalisti della Rai contro il cosiddetto spezzatino

Questo il testo del comunicato emesso dal sindacato dei giornalisti Rai: “Lo spezzatino della Serie A è la vittoria arrogante del business sui tifosi e gli appassionati. In tanti si sono riempiti la bocca con slogan come “il calcio è dei tifosi” quando si trattava di bloccare la SuperLega. E oggi? “Video killed the radio star”: lo spezzatino imposto dai diritti tv rischia di ammazzare la trasmissione di Radio 1 “Tutto il calcio minuto per minuto”, dopo oltre 60 anni di storia. Così come rischia di abbattere il valore di trasmissioni tv come 90esimo minuto, già oggi messa in difficoltà da embarghi assurdi e anacronostici.
A farne le spese saranno i cittadini che non possono permettersi un abbonamento pay, che da quest’anno deve essere agganciato a un abbonamento per linea web veloce.
Stupisce il silenzio della Rai. AD e CdA, seppur in scadenza, hanno il dovere di difendere patrimoni del Servizio Pubblico, e della storia del racconto dello sport”.

 

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