Dopo la pesantissima squalifica a cinque anni per doping, la campionessa olimpica dei 100 ostacoli femminili Brianna McNeal testa un ultimo disperato ricorso
Tra gli atleti di primo piano che ancora non hanno alcuna certezza di essere protagonisti alle prossime Olimpiadi di Tokyo c’è anche la campionessa olimpica dei 100 ostacoli femminili, Brianna McNeal.
Brianna McNeal, un caso aperto
Il caso di Brianna McNeal è molto complesso. La velocista nel 2017 era stata squalificata a un anno di inattività dopo avere rifiutato tre controlli antidoping. Ma la vicenda disciplinare è proseguita fino a diventare di competenza della Athletics Integrity Unit, una commissione che sorveglia il comportamento di atleti considerati non allineati ai provvedimenti di trasparenza che regolano i risultati ufficiali delle competizioni. Di qui un’ulteriore squalifica di cinque anni a causa della recidività del comportamento dell’atleta che a questo punto sarebbe esclusa sia dagli imminenti giochi di Tokyo che da quelli di Parigi del 2024.
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Una vicenda poco chiara
La McNeal, che ha sempre respinto ogni accusa di doping ha presentato un appello urgente che dovrebbe essere valutato nel corso dei prossimi giorni. In attesa della sentenza potrà tuttavia correre ai Trials, ultima occasione per qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo. Ma la sentenza di fatto rimane sospesa.
L’atleta sostiene di avere fornito volontariamente la sua spiegazione circa il test antidoping non fornito nel gennaio del 2020. Ma soprattutto di non avere mai manomesso alcun campione di urina o di sangue. La campionessa olimpica a gennaio aveva scritto un post su Instagram dicendo di non voler spiegare quello che le stava realmente accadendo per non compromettere ulteriormente la sua posizione. Ma lasciando intendere di essere al centro di un vero e proprio caso dai contorni poco chiari.