Criscitiello: «Ho inventato le Sportitalia Girls ma le voglio brave e non solo belle»
L’editore e direttore di Sportitalia ci racconta la storia delle ragazze da lui scoperte e lanciate nel mondo della tv psortiva e non solo. «Maria Arreghini non è cosa mia…»
Redazione
L’ultimo volto a farsi conoscere è stato quello di Maria Arreghini e ha conquistato anche gli inglesi, finendo sul Sun col titolo di “nuova Diletta Leotta”. Associata a Sportitalia, il canale dello sport in chiaro che da anni racconta il calciomercato e non solo sotto la direzione di Michele Criscitiello che del canale è anche editore e amministratore delegato.
“La pubblicità e sempre benvenuta – spiega lui, rispondendo tra una diretta e l’altra in attesa di condurre SportitaliaMercato che rappresenta il programma cult del palinsesto -, però…”.
Non c’è molto da fare distinzioni, per tutti è semplicemente l’ultima scoperta di Sportitalia che ha una tradizione di volti femminili
“… però non è così. Non è stata scelta anche se ci viene attribuita. Non fa parte della nostra squadra e ho letto con stupore questa notizia. Lei non è nel team di Sportitalia nemmeno come collaborazione esterna”.
Sarà che in tanti pensano ai molti volti femminili che si sono succeduti a Sportitalia
“Forse è per questo e io sono contento che molte ragazze passate da qui abbiano poi fatto carriera in televisioni nazionali come DAZN, Sky o Mediaset. Penso a Giorgia Cenni, Eleonora Boi, Sara Castellana, Monica Bertini, Jori Delli: in tante hanno proseguito il loro percorso e sicuramente lo farà anche Maria Arreghini ma non posso prendermi la paternità della sua scelta non avendo nemmeno mai avuto il piacere di conoscerla di persona. Lei conduce un programma che non viene prodotto da noi”.
Perché le piace così tanto associare un volto giovane, attraente e femminile ai vostri programmi di sport e calcio?
“Femminile ma anche maschile. Ci sono ragazzi che hanno vent’anni anche adesso nella redazione, però il maschio non fa notizia mentre le ragazze fanno parlare anche quando non sono di Sportitalia. Il suo è un programma esterno, mi pare d’aver capito che associare il proprio nome e la propria immagine a Sportitalia possa fare curriculum e mi fa piacere, ma non posso che confermare quanto ho detto prima. A me piace fare la televisione con i giovani e stiamo dimostrando che si può fare: loro apprendono facilmente e non stanno a guardare l’orologio, noi diamo loro una possibilità”.
L’etichetta di essere il direttore che mette in onda le ragazze secondo il loro aspetto fisico non le piace?
“Assolutamente no. Sono belle e pure brave. Può esistere anche un format in cui vada in onda una ragazza bella ma non esperta, però invito chiunque a dirmi che Valentina Ballarini, Giada Giacalone, Cintia Doroni, Kristel Talamonti che è una classe 2001 come Licia Virdis non siano brave e cresciute tantissime. Essere belle non è un difetto, la differenza è il percorso che possono fare a Sportitalia: mi piace paragonarlo al servizio di leva”.
C’è qualcuna che ricorda con particolare piacere?
“Tutte perché voglio bene a tutte. A Ilaria Alesso che adesso è a DAZN e a tutte le altre ma io penso che anche chi oggi è a Sportitalia stia facendo carriera: sono molto conosciute anche prima di andare da altre parti. Monica Bertini ora sta facendo grandi cose in chiaro a Mediaset, Giorgia Cenni ha grande visibilità su Sky oppure Dalila Setti. Però lasciatemi ricordare Dario Mastroianni, Marco Russo e tanti giornalisti maschi partiti da qui e la cosa che mi infastidisce è che vengano ricordate soltanto le donne. Come dimenticare Adani che ha iniziato qui con le telecronache di notte del campionato argentino?”.
Perché accade?
“Perché l’aspetto fisico dà nell’occhio. Io punto molto sulla conduzione femminile con il supporto di un collega maschio come spalla. E’ il modo che ho di intendere la televisione, ma se la ragazza non è capace in onda non ci va. Qui la bella che legge la classifica non la trovate, la donna di Sportitalia deve saper condurre, fare domande, prendere posizioni critiche. Poi è evidente che non tutti possono avere la competenza tecnica di Capello o Sacchi, ma vale anche per i maschi”.
Ci sono giornaliste donne che hanno criticato il tuo modello di fare tv con le ragazze
“Non facciamo lavorare le donne e ci contestano. Le facciamo lavorare e ci criticano. Cosa dobbiamo fare? Ditecelo e mi adeguo. Per me una ragazza brava ha tutto per stare in onda, altrimenti no. Il pubblico reagisce bene e il mio milione e mezzo di telespettatori quotidiani lo apprezza e a loro io tengo particolarmente. Sbagliano come tutti. Io difendo la figura femminile, arrivano che sanno poco come muoversi e vanno via che sono cresciute. Se criticate Sportitalia, allora poi per coerenza dovete farlo anche con le televisioni dove vanno dopo l’esperienza con noi”.