La Ducati è nel mirino di alcune critiche in MotoGP: Gigi Dall’Igna ha risposto con fermezza a ogni accusa
Sia in MotoGP che in Superbike la Ducati sta vivendo un periodo particolarmente positivo. Nel 2022 ha vinto il titolo mondiale piloti in entrambe le categorie e nel 2023 ha ottime possibilità di ripetersi.
Il digiuno in SBK durava dal 2011, quando fu Carlos Checa a imporsi, mentre in MotoGP addirittura dal 2007. L’unico campione ducatista nella top class era stato Casey Stoner, quindici anni dopo Francesco Bagnaia ha aggiunto il suo nome alla breve lista.
La casa di Borgo Panigale è un riferimento in entrambi i campionati e ciò comporta anche qualche critica. In questi anni ci sono stati grandi investimenti e la Ducati ha alzato decisamente il livello, portando tanta innovazione e spingendo anche la concorrenza a dover aumentare le spese per provare a rimanere al passo.
MotoGP, Dall’Igna risponde alle accuse
In MotoGP ci sono ben otto Desmosedici in pista, le due del team ufficiale più le altre sei affidate alle tre squadre satellite. Pramac Racing collabora a stretto contatto con Ducati e affida a Jorge Martin e Johann Zarco due GP23, invece i piloti delle formazioni Mooney VR46 e Gresini guidano delle GP22, ovvero la versione dello scorso campionato.
La concorrenza ha sottolineato più volte che Ducati è avvantaggiata da questa situazione, si parla di “concorrenza sleale” persino. Ovviamente con più moto in pista c’è la possibilità di raccogliere più dati per lo sviluppo e anche di assicurarsi qualche giovane pilota da piazzare in una squadra cliente prima di una eventuale futura promozione in quella ufficiale.
Gigi Dall’Igna, intervistato da Speedweek, ha respinto ogni accusa: “Le regole sono le stesse per tutti. Gli altri possono imitare la nostra strategia in qualsiasi momento, se vogliono“.
Dall’Igna, direttore generale ducatista, non ha torto. Inoltre, va detto che non c’erano particolari alternative quando si è configurato lo scenario attuale. Nel 2021 il team Gresini aveva deciso di interrompere la collaborazione con Aprilia e ha scelto Ducati come partner. I team VR46 voleva debuttare in MotoGP e si è ritrovata con Aprilia, che allora era un’incognita, come unica alternativa alla casa di Borgo Panigale.
Honda, Yamaha e KTM avevano già la loro squadra satellite designata e non intendevano supportarne una terza. Suzuki ha finito per ritirarsi a fine 2022. Cosa bisognava fare? Ducati ha il pacchetto migliore e ovviamente attrae di più. Non è una colpa. E non si può dire a un team con chi firmare.
La situazione rimarrà questa almeno fino al 2024, poi vedremo se cambierà qualcosa. C’è Yamaha che ha perso RNF Racing, accordatasi con Aprilia, e che vorrebbe tornare ad avere una struttura satellite.