Salutate la capolista, anzi salutate i campioni d’inverno. Sbanca Marassi, poi Milan e Roma fanno il resto. È tornato il Napoli, non è ancora quello ammirato nella prima parte di stagione che ha dominato Italia e Europa, ma qualche sprazzo di quel gioco, di quella mentalità a Genova c’è stata. Non era facile sbancare Marassi dopo aver perso a Milano contro l’Inter. Vuoi per una questione ambientale con i ricordi suggestivi dedicati a Vialli e Mihajlovic. Vuoi perché per la Samp era una delle ultime possibilità per rialzare una classifica già pesante. Ed invece è venuto fuori il Napoli che dopo cento secondi si è concesso il lusso di sbagliare un rigore con Politano e poi di aggiustarla in corsa con Osimhen, il vero trascinatore del Napoli, l’uomo capace di spostare gli equilibri di tutta la squadra. Con la superiorità numerica Osi ha sfruttato le praterie e fatto da elastico della squadra. È lui il trascinatore azzurro. Su Kvaratskelia va fatto un discorso a parte. Il georgiano non ha ancora ritrovato le giocate che ne hanno caratterizzato l’imprevedibilità della prima parte di stagione, ma è anche poco tutelato dagli arbitri che permettono un trattamento troppo rude bei suoi confronti. A Milano come a Genova. Inoltre, gli avversari hanno iniziato a prendere le contromisure. Una cosa è certa, la condizione di Kvara non è ancora al top. Il rigorista come detto da Spalletti è lui. Deve sbloccarsi al più presto per ritrovarsi. La Juventus è l’occasione giusta. Del resto il Napoli già campione di inverno ha il compito di fermare i bianconeri che vengono da otto vittorie consecutive. Un bel test per le ambizioni di un Napoli ritrovato in quella che è da sempre considerata la madre di tutte le partite almeno dalle parti di Fuorigrotta.