Vialli addio, la reazione di Roberto Mancini colpisce il mondo del calcio: la commozione dei tifosi. Fa discutere la reazione del ct azzurro
E’ una giornata di lutto per il calcio italiano e internazionale. Nel corso della mattinata di un’Epifania da dimenticare, se n’è andato Gianluca Vialli. A soli 58 anni l’ex centravanti di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea è stato sopraffatto da un tumore letale e spietato come quello al pancreas, contro il quale ha combattuto in questi ultimi cinque anni. E così, tre settimane appena dopo Sinisa Mihajlovic, il mondo del calcio perde un altro suo straordinario protagonista.
La storia dei ‘Gianluca nazionale’, com’era soprannominato negli anni d’oro della sua carriera, quando era la punta di diamante di una delle nazionali azzurre più amate, quella di Azeglio Vicini, è una sequela di grandi imprese, di trionfi e anche di qualche dolorosa sconfitta. Non si contano i messaggi di cordoglio e dolore che il mondo del calcio ha inviato e sta inviando alla famiglia di Vialli.
Si sprecano i ricordi di tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui: ex compagni di squadra, avversari, allenatori, dirigenti e semplici tifosi che hanno riempito i propri profili social di messaggi e dediche. Tutti i giocatori della Nazionale campione d’Europa, quella di cui Vialli era capodelegazione, sono stravolti da dolore.
Vialli addio, il dolore travolge Mancini: è l’unico a rimanere in silenzio
Da Immobile a Verratti, passando per Florenzi, Spinazzola, Jorginho, Bonucci, Donnarumma, Acerbi e Federico Chiesa. Gli azzurri che hanno compiuto la grande impresa di Wembley, due estati fa, hanno voluto ricordare lo straordinario rapporto che li legava a Gianluca Vialli. Tutti, tranne uno: Roberto Mancini.
Sta facendo rumore il silenzio sempre più assordante dietro il quale si è trincerato il commissario tecnico azzurro e amico fraterno di Gianluca. Erano i gemelli del gol, la coppia d’oro della Sampdoria che vinse tutto o quasi all’inizio degli anni ’90. Vialli e Mancini erano sinonimo di spettacolo, gol capolavoro, giocate da sogno. Ma il loro era un rapporto che si estendeva ben oltre il terreno di gioco.
Fratelli, questo erano e sono sempre stati Mancio e Vialli. Fino a quell’abbraccio, eterno, santificato da lacrime di gioia e sorrisi, che ha sancito la vittoria più bella, l’impresa di un gruppo che i due avevano con certosina pazienza costruito e cementato nel tempo. E il silenzio di Mancini, in questo momento, è lo specchio di un dolore inenarrabile, straziante, quasi insopportabile.
Una parte di Mancini si trova insieme a Gianluca, al suo fianco come sempre, per accompagnarlo di là, lontano dalla vita terrena. Perchè non c’è destino che possa separare quello che il calcio e la vita a volte sono in grado di creare. In questo caso, un’amicizia davvero unica, di rarissima qualità che ha resistito a tutte le intemperie.
Fu Mancini a volere a tutti i costi al suo fianco Vialli nell’avventura europea. “So quanto può dare Gianluca a un gruppo come questo, sarebbe un contributo straordinario”. E così è stato: ora è rimasto solo il silenzio, in un dolore che non si può raccontare.