Morte Maradona, cambia l’accusa in vista della prima udienza in tribunale prevista per il 31 maggio: sette persone rischiano grosso
Nuovo importante capitolo nell’inchiesta sulla morte di Diego Armando Maradona, perché le accuse a carico dei sette imputati potrebbero diventare più pesanti. Una decisione presa dalla Procura di San Isidro, come anticipa la stampa argentina, e maturata dopo la perizia medica che ha confermato l’ipotesi peggiori. Il decesso del campione poteva essere evitato.
Per ora i sette imputati non potranno lasciare l’Argentina e dovranno presentarsi in udienza sia il 31 maggio che il 14 giugno, come spiega ‘La Nacion’. Nella prima udienza saranno chiamati a testimoniare la psichiatra Agustina Cosachov e il neurochirurgo Leopoldo Luque (medico di base di Maradona). E con loro gli infermieri Ricardo Omar Almirn e Dahiana Gisela Madrid, il coordinatore medico Mariano Perroni, il medico che ha stabilito il ricovero domiciliare, la dottoressa Nancy Forlini e lo psicologo Carlos Angel Daz.
A quel punto la Procura deciderà come procedere, ma emerge che secondo i magistrati le cure di chi ha assistito Maradona nell’ultimo periodo sarebbero state “inadeguate, carenti e spericolate”. E la sua salute sarebbe stata affidata solo al caso. Inoltre il dottor Luque è accusato di “uso di documento privato falso“. Avrebbe falsificato la firma di Maradona per chiedere una copia della sua storia clinica alla struttura dov’era stato operato per un ematoma al cervello. Se le accuse dovessero essere confermate dopo il dibattimento, gli imputati rischiamo da un massimo di 25 anni ad un minimo di 8 anni.
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Morte Maradona, i risultati finali dell’autopsia hanno aggravato la posizione dei sette imputati
L’accelerazione all’attività della Procura e all’eventuale incriminazione dei sette imputato è arrivata dai risultati definitivi dell’autopsia sul corpo di Diego Armando Maradona. La conclusione era chiara: nessuno poteva stabilire con certezza che il campione sarebbe stato salvato di sicuro, ma con un ricovero in una struttura adeguata avrebbe avuto molte più possibilità di farcela.
E poi una delle frasi più dure: “Maradona ha cominciato a morire almeno 12 ore prima delle 12.30 del 25 novembre scorso. Ha presentato segni inequivocabili di un periodo agonizzante prolungato, motivo per cui concludiamo che il paziente non sia stato adeguatamente controllato dalle 0.30 del mattino del giorno della sua morte”.
Ci sarebbero state quindi gravissime carenze e irregolarità nell’assistenza al campione dopo l’operazione al cervello della quale era stato protagonista solo qualche giorno prima. Ma secondo gli esperti sarebbe emersa anche la responsabilità per non aver indagato sui £cambiamenti riguardanti la morfologia del corpo del paziente rispetto alle sue abitudini (ritmo del sonno, umore, difficoltà di movimento e agitazione)”. Tra poco quindi dovrebbe cominciare il processo, uno dei più attesi negli ultimi anni.