Massimiliano Rosolino nella bufera, quella foto non piace: arriva la spiegazione. L’ex campione azzurro non ci sta e passa al contrattacco
Forse una leggerezza, di sicuro senza nessun intento malvagio. Eppure da alcune ore Massimiliano Rosolino è finito nel mirino non solo degli haters per un selfie che aveva postato su Instagram.
Sorridente, con una montagna sullo sfondo e fin qui niente di male. Solo che quella montagna è la Marmolada e lo scatto è stato postato poco dopo la tragedia di domenica scorsa. che al momento ha un bilancio solo provvisorio. Rosolino felice con le Dolomiti a fargli da contorno e poi il suo post: “Chi non ride non vince“. Ecco perché nel giro di pochissimo è partita una valanga di insulti e di inviti, più o meno educati, a rimuovere quello scatto.
Lui non l’ha fatto, nè subito nè con il passere delle ore, ma in compenso ha spiegato al ‘Corriere’ il senso di quel post. In realtà quell’immagine era stata scattata una settimana fa, quindi molto prima della valanga, mentre era lì con un gruppo di 35 ragazzini. Sicuramente non voleva offendere nessuno e mancare di rispetto alle famiglie delle vittime e per questo non si sente un criminale anche se la prossima volta farà più attenzione.
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Massimiliano Rosolino nella bufera, quella foto non piace: la spiegazione è molto chiara
Poi è arrivata la spiegazione vera, più dettagliata. Il fatto di sorridere è un modo di affrontare la vita che si porta dietro da sempre, soprattutto quando ci sono cose che non vanno. Come adesso che sua madre sta per affrontare un intervento chirurgico e il suo modo per starle vicino è quello di pensare in positivo.
“Ho una compagna russa (Natalia Titova, ndb) che non vede la madre da due anni e che adesso sente il clima pesante legato a quanto sta accadendo in Ucraina. Eppure cerchiamo di andare avanti”, ha spiegato. E poi andando nello specifico su quella foto, ha spiegato che la Marmolada in realtà non è la montagna che si vede sullo sfondo ma resta un po’ più in là. Il suo intento era solo quello di mostrare la bellezza di quelle zone e promuovere come fa sempre l’attenzione verso la natura.
Alla fine però si dichiara pentito: “Ovvio che non lo rifarei. Chiedo anche scusa, ma sottolineo che in certe reazioni c’è molta ipocrisia. Non mi risulta, ad esempio, che dopo la disgrazia da quelle parti si sia smesso di vivere e di condurre la consueta normalità quotidiana, serale e notturna, al netto del dolore per quanto è accaduto: perché allora accanirsi contro quella foto? La mia sincerità e la mia buona fede non possono essere messe in discussione”.