Nella decima regata della finale di America’s Cup, Team New Zealand conquista la vittoria decisiva e chiude i conti battendo definitivamente l’armo italiano che si rivela l’avversario migliore possibile
Non c’è stato niente da fare: a Luna Rossa resta la soddisfazione di avere tenuto impegnati gli All Blacks neozelandesi della vela quanto più a lungo possibile, rivelandosi l’avversario migliore e più resistente. Ma alla fine Team New Zealand conquista la settima vittoria, quella decisiva, e si riprende l’America’s Cup.
America’s Cup, il conto finale
Dopo le due vittorie di lunedì mattina e quella di ieri mancava un ultimo successo alla squadra guidata da Peter Burling per riconfermarsi al vertice della vela mondiale. New Zealand, grazie a questo successo, conquista quattro vittorie negli ultimi 26 anni alle quali bisogna aggiungere anche le tre finali dalle quali è uscita sconfitta. Un indice di continuità che nessuno è riuscito in alcun modo a incrinare. La vittoria di questa stagione si aggiunge a quelle del 1995 a San Diego, e del 2000 ad Auclkand, anche in quel caso contro in Luna Rossa. Poi, dopo un lento processo di ricostruzione, ecco il successo del 2017, il primo dell’era Burling, alle Bermuda.
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La decima regata
Anche nel corso della decima regata Luna Rossa ha il merito di partire in vantaggio, con estrema determinazione. Ma questa volta i Kiwis non subiscono un grande svantaggio, cercano di tenersi incollati all’armo italiano dando vita a un testa a testa entusiasmante. E ancora una volta la Baia di Hauraki lascia le due imbarcazioni a confrontarsi con un vento strappato e incostante che offre spazi generosi ma anche qualche vuoto nel quale Luna Rossa rimane impigliata.
New Zeland si conferma la più veloce e l’interprete migliore di un vento difficile da catturare.
Dopo un primo lato di bolina nel quale l’imbarcazione italiana mantiene il comando, New Zealand va in testa e prende il comando incrementandolo fino alla vittoria finale, quella decisiva del 7-3.
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Il futuro
A Luna Rossa resta la soddisfazione di aver conquistato tre vittorie che, nella prima parte del confronto finale hanno messo in difficoltà i defender alzando ancora una volta la soglia dell’attenzione del pubblico italiano. Proprio come ai tempi di Azzurra e del Moro di Venezia. La 36esima edizione dell’America’s Cup resta in Nuova Zelanda in attesa della prossima sfida che è già stata ufficializzata dal proprietario del colosso britannico Ineos, sponsor della Mercedes di Formula 1.
Patrizio Bertelli, il signor Prada, ha già fatto sapere che ci sarà. E anche Marco Tronchetti Provera con Pirelli sembra essere interessato a ripetere il sodalizio. Era molto insistente la voce durante la finale che Ineos sarebbe pronta a spendere tanti soldi pur di vedere in barca contender e defender fin dall’anno prossimo. Motivo di più per cominciare a lavorare fin da subito per rendere vincente una barca che si è dimostrata, nonostante tutto, la più competitiva.