Giro d’Italia, un big della storia ha deciso: ritiro a fine stagione. Se ne va un altro simbolo del nostro movimento, tanti trofei in bacheca
Prima o poi per tutti i grandi sportivi arriva il momento della decisine più difficile, quella di staccare la spina per sempre. C’è chi lo fa nel pieno dell’attività, al culmine della carriera, e chi invece rimanda. Lo ha fatto anche un grande protagonista del Giro d’Italia e della Classiche come Davide Rebellin che però ora ha detto basta.
O meglio, lo dirà a fine stagione perché ha scelto di onorare fino in fondo il suo impegno con il mondo delle corse. Così domenica 26 giugno sarà al via del Campionato Italiano su Strada ad Alberobello, la sua ultima corsa tricolore. E ci sarà in tutte le gare alle quali la sua squadra Continentale, la Work Service Vitalcare Vega, sarà invitata anche se ad agosto compirà 51 anni.
Ha scelto di appendere la bici al chiodo dopo il Giro del Veneto, il 12 ottobre. Lui è veronese, la corsa scatterà da Padova con arrivo a Vicenza. E come confessa a ‘La Gazzetta dello Sport’, “sarà davanti ai miei tifosi. A meno di non cambiare idea all’improvviso…”. In fondo sono trent’anno da professionista e tutti i suoi coetanei, tra cui Lance Armstrong e Gilberto Simoni, hanno smesso da molto tempo.
Giro d’Italia, un big della storia ha deciso: nella sua carriera tante Classiche importanti
Professionista dal 1992, Davide Rebellin è stato soprattutto uno specialista delle corse di un giorno. Ha vinto tre edizioni della Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009), una dell’Amstel Gold Race (nel 2004), una della Liegi-Bastogne-Liegi (sempre nel 2004), oltre ad una tappa al Giro d’Italia, un Campionato di Zurigo e una Classica di San Sebastián.
Nel 2008 era riuscito a vincere la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino nella prova in linea, dietro allo spagnolo Samuel Sanchez, ma gli fu revocata per una presunta positività al CERA. In realtà sette anni dopo una sentenza del Tribunale di Padova lo ha assoluto in via definitiva dall’accusa di doping e di evasione fiscale.
Nel settembre scorso, cadendo al Memorial Pantani, si era procurato la frattura esposta di tibia e perone. Ma p tornato a correre al Giro dell’Appennino il 2 giugno chiudendo diciannovesimo prima di concludere all’11° posto in classifica la Adriatica Ionica Race. E come ha confessato di recente a Spaziociclismo “penso di rimanere nel ciclismo, vedremo con che ruolo. Non come direttore sportivo, non mi si addice. Vorrei essere in un team e stare accanto ai giovani, aiutarli con la mia esperienza. Potrei cimentarmi in qualche evento gravel, non necessariamente come competizione”.