Da molti anni si parla del diritto allo sport come di un diritto costituzionale, come quello all’istruzione e al lavoro, la cosa ora potrebbe finalmente concretizzarsi
Lo sport inteso come diritto dell’individuo. Non è un dettaglio da poco che tuttavia i padri della nostra Costituzione non avevano ritenuto necessario.
Eppure, sull’esempio di quello che è invece contemplato in diversi altri paesi, l’Italia si appresta a variare con un comma l’articolo 32 della Costituzione: quello che parla di ‘tutela della salute’.
Sport e Costituzione
L’Iter segue una discussione lunghissima che è iniziata quasi trent’anni fa e che si è conclusa concretamente solo dopo l’approvazione del Senato, avvenuta il 22 marzo scorso. Ora la proposta passa alla Camera dei Deputati. Ed è inserita in agenda domani, lunedì, per l’approvazione. La variazione accoglie un riferimento diretto a quella che è l’attività sportiva.
Un diritto da garantire e difendere
Considerando che lo sport rappresenta un’industria molto importante per il nostro paese che vale una percentuale significativa del nostro prodotto interno lordo, la variazione al testo costituzionale è quasi un passaggio obbligato. Il diritto allo sport significa inserire programmi sportivi più adeguati nelle scuole, le cui strutture sono spesso fatiscenti e le cui attività si riducono a un paio d’ore di banalissima educazione fisica in palestre del tutto inadeguate.
Diritto allo sport significa intensificare le possibilità di fare attività per i ragazzi, massimizzare le opportunità di accesso a qualsiasi disciplina il più liberamente ed economicamente possibile per tutti. In particolare le famiglie e i giovanissimi.
Un diritto. Il che purtroppo non significa una certezza. Che l’Italia sia una Repubblica basata sul lavoro lo impariamo in educazione civica fin dalle elementari. Che il lavoro sia una garanzia per tutti è una realtà ben diversa da quella che tutti affrontiamo ogni giorno.
Ma è un passo che potrebbe diventare molto importante per le associazioni sportive, soprattutto quelle dilettantistiche. La cui attività potrebbe essere tutelata e resa più leggera da obblighi amministrativi, fiscali e burocratici. Zavorre che ogni anno costano decine di migliaia di tesseramenti e il fallimento di numerose attività ed eventi sportivi. Un primo passo verso quella auspicata riforma dello sport che da anni è lettera morta.
Lo sport fa parte dei diritti costituzionali in moltissimi paesi: Francia, Regno Unito, Germania, Svezia, Danimarca, Brasile, Stati Uniti… solo per citarne alcuni. Lo sport e l’attività sportiva amatoriale, come la scuola, sono considerati un diritto di ogni individuo per garantire benessere e perseguimento della felicità e della realizzazione personale.