“Il nostro mondo si è fermato in quel momento”: Stefano Tacconi, parole di speranza da parte della moglie e dello staff medico
Sono passate più di tre settimane dal malore che ha cambiato la vita di Stefano Tacconi e della sua famiglia. Lui è sempre ricoverato all’Ospedale di Alessandria, i suoi cari non lo mollano un attimo e tutti gli aggiornamenti arrivano da loro o dallo staff medico.
A parlare oggi è la moglie, Laura Speranza, ospite di Mattino Cinque News. La grande paura forse adesso è veramente alle spalle, anche se sarà un percorso preciso da affrontare. Ma ripensando a quello che è stato, il pensiero è uno solo: “Il nostro mondo si è fermato in quel momento“, ammette Laura.
Decisivo inizialmente è stato il ruolo di suo figlio Andrea che era in compagnia del padre per un evento al quale doveva presenziare ad Asti. “Se non ci fosse stato lui, che ha avuto sangue freddo, non so come sarebbe andata”. E Andrea adesso è accanto alla madre. Racconta di aver agito sotto l’influsso dell’adrenalina, anche se adesso con il passare dei giorni sta cominciando ad accusare la stanchezza.
Stefano Tacconi, parole di speranza anche se tutti erano pronti al peggio
Il giorno del malore, le speranze sembravano poche e Laura non ha paura a dirlo: “Quando mi ha chiamato mio figlio dall’ospedale, mi disse di prepararci al peggio. Ora sta meglio ma ha superato diversi momenti critici che i medici ci avevano previsto, la sua vita da sportivo lo ha aiutato”. Oggi invece si respira un’aria diversa e presto Stefano Tacconi sarà spostato nel reparto di Neurologia diretto dal dottor Barbanera.
Lo stesso medico è stato anche lui ospite a Mattino Cinque News per aggiornare sulla situazione dell’ex campione: “Sta sicuramente migliorando, è già stubato anche se di notte usa il casco divenuto famoso per il Covid. La riabilitazione potrebbe prospettarsi non così lunga e non così difficile. Esistono fattori non prevedibili ma per come lui ha svoltato in questi giorni sarei ottimista per un buon recupero”.
Al fianco di Tacconi e della famigflia, anche se per ora lui non lo sa, ci sono sempre i tifosi juventini che da quel giorno non gli hanno mai fatto mancare l’affetto. E hanno anche appeso alcuni striscioni fuori dall’ospedale per testimoniare la loro vicinanza. “Non ti lasceremo mai, Capitan Fracassa”, si legge in uno di questi ricordando il soprannome di Tacconi in campo.