Incredibile rimonta del Real Madrid sul Manchester City di Guardiola, Ancelotti conquista l’ennesima e meritatissima finale di Champions League
Niente da dire. Al termine di una delle partite più attese della stagione, Ancelotti respinge Guardiola e il Real Madrid batte il Manchester City con una rimonta a dir poco straordinaria.
Nulla da dire al termine dei 180 minuti che hanno visto il City costruire di più e meglio contro una delle squadre più forti ed esperte del mondo, messa talvolta in grandissima difficoltà. Ma il Real dimostra tutte le caratteristiche della grandissima squadra. Mai doma, mai sazia, micidiale se solo ha un barlume di luce davanti.
Real Madrid – Manchester City
La partita è spettacolosa almeno quanto all’impressionante colpo d’occhio del Santiago Bernabeu. Nonostante i cantieri e una disponibilità di posti limitata, tanta, tantissima gente in quella che è la riconciliazione definitiva del calcio con la sua gente dopo l’incubo della pandemia. E le due squadre non si risparmiano dando vita a una gara esemplare e divertentissima, estremamente incerta fino alla fine.
La partita
Primo tempo senza gol. Manchester City più pericoloso con un paio di occasioni estremamente insidiose. Real Madrid più quadrato e impostato, sicuramente più padrone del campo ma poco efficace in fase offensiva. De Bruyn, Foden e Bernardo Silva scaldano le mani a Courtois. Il City in fase difensiva si concentra soprattutto su Benzema che viene ben arginato da una retroguardia attentissima.
Nel secondo tempo la falsariga tattica della partita non cambia: più Real che City dal punto di vista del gioco. Ma quando gli inglesi si distendono fanno paura. E su una di queste accelerazioni Mahrez, fino a quel momento non brillantissimo in copertura, mette la firma su quello che sembra un colpo decisivo. Sul lancio di Gundogan, appena entrato in campo, Bernardo Silva appoggia all’algerino che con una conclusione precisissima di sinistro insacca il gol del vantaggio.
Il riscatto del Real
Il City rischia anche di dilagare sprecando almeno due palle gol per chiudere i conti. Ancelotti tira fuori dal cilindro Asensio e Camavinga: per il Real è come una scarica di defibrillatore. La squadra reagisce e riapre una partita dalla narrativa incredibile. Prima è Courtois a salvare il risultato su Grealish, anche lui appena entrato in campo. Poi è Rodrygo con due gol in rapida successione a ribaltare il risultato e a prolungare tutto ai supplementari. Micidiale l’attaccante blanco: prima di corta misura su appoggio di Benzema poi con sontuoso colpo di testa su un delizioso cross di Carvajal. Con le nuove regole, i gol segnati in trasferta non valgono più doppio, basta per mezz’ora di tempi supplementari.
Il Bernabeu fiuta l’atmosfera della grandissima impresa: e diventa una polveriera. Al primo acuto di una partita fino a quel momento un po’ in ombra Benzema si conquista e trasforma il gol del 3-1 che porta il Real in vantaggio costringendo il City a giocare alla morte gli ultimi venti minuti.
Il Real conquista la sua 17esima finale di Champions League: ne ha perse solo quattro. Per Carlo Ancelotti è la quinta che lo rende il miglior allenatore internazionale di sempre, se ancora ci fossero dubbi dopo i cinque trofei nazionali in cinque paesi diversi.
Finale tra Real Madrid e Liverpool, vittorioso nel doppio confronto con il Villarreal, a Parigi, il 28 maggio.
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