Settimane di grande polemica nel mondo del tennis, alle quali risponde con toni estremamente duri anche Rafa Nadal
Anche Rafa Nadal presente a Madrid, dove è uno dei giocatori più attesi del Masters 1000 ATP, ha detto la sua sulla polemica che tiene banco ormai da due settimane. E che riguarda l’esclusione dei giocatori russi e bielorussi dal tabellone di Wimbledon.
Il tennis fino a oggi si era tenuto fuori dall’embargo di atleti russi e bielorussi nei vari tornei ribadendo quello che è un concetto abbastanza tradizionale e consolidato di questo sport.
Il caso di Russia e Bielorussia
Le competizioni sono individuali. E se Russia e Bielorussia sono state escluse dalle competizioni a squadre, come Coppa Davis e Billie Jean King Cup, gli atleti di questi due paesi – coinvolti nel conflitto in Ucraina con un ruolo aggressivo – gli atleti rispondono solo ed esclusivamente di quelle che sono le loro azioni individuali.
Rafa Nadal, contro le esclusioni di Wimbledon
Fino a oggi i tennisti russi avevano avuto un atteggiamento anche piuttosto critico nei confronti dell’invasione russa in Ucraina. Alcuni avevano preso una posizione seriamente di contrasto nei confronti di Vladimir Putin. Ma gli organizzatori di Wimbledon hanno voluto dare un segnale forte con un provvedimento di esclusione che non ha precedenti nel tennis.
Contro questa decisione si era schierato apertamente Novak Djokovic, che aveva definito “folle” la decisione degli organizzatori del terzo Slam stagionale di penalizzare i tennisti di Russia e Bielorussia.
Su questa stessa lunghezza d’onda si è espresso anche Rafa Nadal: “Non sono d’accordo e per quello che può valere il mio punto di vista questa è una forma di ingiustizia e di prevaricazione. I tennisti non sono responsabili della tragedia che sta avvenendo in Ucraina, e in campo rappresentano solo se stessi”.
Nadal, 21 titoli dello Slam dopo la vittoria di Melbourne a gennaio, spera in un ripensamento: “Sarebbe importante che lo sport fosse un terreno franco da ogni conflitto e discussione. Lo sport resta un’alternativa a qualsiasi conflitto. I tennisti non hanno alcuna colpa, e sono dispiaciuto per loro. Lo sport è irrilevante di fronte a una tragedia umanitaria di questa portata”.