Ha destato profondo clamore la notizia diffusa dal Wall Street secondo la quale Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, sarebbe stato avvelenato
Secondo il Wall Street Journal Roman Abramovich sarebbe stato avvelenato. L’autorevole quotidiano americano parla di ‘sintomi di avvelenamento che sarebbero stati evidenti nel corso delle trattative di pace tra Russia e Ucraina’ cui l0oligarca russo avrebbe partecipato tra il 4 e il 5 di marzo.
Roman Abramovich avvelenato: si indaga
La voce è stata riproposta in modo ancora più ampio e circostanziato da Bellingcat, un sito investigativo che da molti anni è estremamente attivo nel proporre documenti e scoop su Putin e gli oligarchi russi. Abramovich avrebbe accusato un malore. Ma le sue condizioni sarebbero buone. E anche da questo deriverebbe la sua decisione di disimpegnarsi da qualsiasi ruolo di mediazione dopo l’impegno assunto inizialmente.
Indagini e smentite
Bellingcat parla di sintomi identici di avvelenamento da agenti chimici non specificati non solo per Roman Abramovich ma anche per altri due negoziatori. Uno dei quali sarebbe Rustem Umerov, ex governatore tartaro della Crimea, regione fino a poco tempo fa ucraina sulla quale la Russia accampa da tempo pretese territoriali. Umerov è un filo-ucraino, da tempo critico nei confronti di Putin e della sua politica espansionistica.
I sintomi sarebbero stati sudorazione, rossore, occhi gonfi e lacrimanti, mani e volto screpolati. Abramovich il 5 marzo avrebbe accusato una grande spossatezza.
Ma oggi sia Abramovich smentisce ogni malessere. E lo stesso Umerov, così come Zelensky, avrebbero smentito su Twitter di essere stati male. Umerov avrebbe anche sottolineato di non prestare alcuna attenzione alle fake news che compaiono su Instagram. L’autorevolezza del Wall Street Journal e delle sue fonti, tuttavia, fa pensare ad altri casi prima smentiti e poi confermati e verificati. Come quello di Alex Navalny, storico oppositore di Putin, in passato sopravvissuto a un avvelenamento durante un viaggio in aereo. Ma anche quelli delle ex spie russe nel Regno Unito, Litnivienko e Skripal.
Abramovich resta un fedelissimo di Putin, ma sulla questione ucraine, anche per via delle sue radici ebraiche e per i suoi molti investimenti nella regione del Donbass avrebbe avuto una posizione più morbida.
Il Chelsea resta in vendita, con alcuni imprenditori interessati ma senza che la trattativa sia per ora andata a buon fine.