Diego Maradona, l’ultimo omaggio è da brividi: qui nessuno l’ha dimenticato. Una statua per ricordare un momento iconico della sua vita
Là dove c’era il fango oggi non c’è una città, ma un parco. E dallo scorso weekend c’è anche una statua che rende omaggio a Diego Armando Maradona, perché Acerra non ha dimenticato quello che ha fatto e quello che è stato il campione argentino.
Ci aveva già pensato la sua Napoli, con due statue e l’intitolazione dello stadio che è stato San Paolo e ora tocca anche al comune nell’hinterland che è stato teatro di una scena mai vista.
A raccontarla ancora una volta, soprattutto ai giovani che non hanno vissuto l’ultima epoca d’ro del calcio italiano, è stato il capitano di quel Napoli, Peppe Bruscolotti. Era successo che Pietro Puzone, allora loro compagno di squadra nel Napoli, negli spogliatoi aveva chiesto di aiutare i genitori di un ragazzino di Acerra.
Doveva affrontare un intervento delicatissimo agli occhi e loro non avevano i soldi. Il primo a dire di sì fu subito Maradona. “Lui aveva provato che cosa significava essere poveri e appena poteva aiutava le persone che avevano di meno. Ricordo che dava soldi ai camerieri e agli inservienti, ma questo non era niente. Le opere di bene che ha fatto sono stante tante, anche più consistenti”.
Diego Maradona, l’ultimo omaggio è da brividi: la statua ricorda un momento d’oro della sua vita
L’idea per aiutare quel bimbo (Luca, che oggi ha 38 anni e sta bene) era stata quella di una partita allo stadio di Acerra. Diluviava, il campo era pesantissimo, ma Maradona non si è tirato indietro dando spettacolo anche in quella occasione. E le immagini di quella giornata hanno fatto il giro del mondo.
Oggi al posto di quello stadio c’è un parco comunale e al suo interno è stata inaugurata la statua, con il sindaco Raffaele Lettieri a fare gli onori di casa. Insieme a lui Bruscolotti e Pietro Puzone ma anche tantissimi tifosi del Napoli.
Da ora in poi la statua in bronzo grandezza naturale, del peso di 15 quintali, sorge là dove quel giorno Diego realizzò un gol simile all’altro passato alla storia, la serpentina ubriacante ai Mondiali ’86 contro l’Inghilterra. Ricordi diversi, ma la stessa sensazioni: qui nessuno lo ha dimenticato.