Nella lunghissima lista di vittime civili della guerra in Ucraina, lo sport paga un tributo pesantissimo con un’altra vittima
Secondo il CIO le vittime ufficiali dello sport cadute nella guerra tra Russia e Ucraina sono almeno sette. Ma le fonti ufficiali dicono che esattamente come per il bilancio delle vittime, che al momento più che approssimativo è impossibile, sarebbero molte di più.
L’ultimo che si aggiunge alla lista è il 22enne Yevhen Zvonok, campione di kickboxing impegnato in diverse discipline di arti marziali.
Un altro sportivo ucciso
Come molti altri atleti, d’altronde in Ucraina, esattamente come in Italia, sono moltissimi gli sportivi che fanno parte di gruppi militari, anche Yevhen aveva deciso di unirsi alle truppe regolari come volontario. Aveva terminato il servizio militare venti mesi fa e immediatamente dopo la deflagrazione del conflitto aveva deciso di tornare nell’esercito.
Chi era Yevhen Zvonok
La sua famiglia non aveva più notizie di Yevhen dalla settimana scorsa. I suoi genitori sapevano solo che era stato destinato alla zona a nord di Kiev, poco lontano dal confine con Russia e Bielorussia, una delle più colpite soprattutto da bombardamenti e dalle unità pesanti, carri armati e mortai.
Zvonok si era laureato vice-campione mondiale lo scorso anno e aveva conquistato per diversi anni il titolo nazionale. Era considerato un potenziale fuoriclasse. La notizia della sua scomparsa è stata ufficializzata ieri, dopo che il suo corpo è stato recuperato sotto le macerie di una scuola: colpita in pieno da una bomba nella zona di Chernihiv. Non si trattava di un obiettivo militare e da quello che riferiscono alcune fonti sono state recuperate molte vittime civili, tra i quali anche diversi bambini. Dalla scuola infatti si accedeva a un rifugio destinato alla popolazione.
La morte di Yevhen Zvonok è stata commentata con profondo cordoglio dal mondo del kickboxing e delle arti marziali in genere. Anche brazilian ju-jistsu, full contact ed MMA. Il suo allenatore Sergey Lysyuk di lui dice… “Piango come se avessi perso un figlio, aveva lasciato la sua preparazione per il campionato nazionale in programma tra due settimane a Odessa perché voleva dare il suo contributo al paese. Era profondamente orgogloso del suo impegno sportivo per il nostro paese. Un esempio. Una vita preziosa che rimpiangeremo…”