“Leclerc mi ricordava Alonso”: l’accostamento lascia tutti di stucco. Uno che conosce bene entrambi ha paragonato i due piloti
Il monegasco è chiamato quest’anno a lottare per il titolo mondiale come fese lo spagnolo nel suo primo anno in Ferrari (2010) e nelle stagioni successive, trovando sempre l’ostacolo della super Red Bull di Vettel.
La nuova Ferrari F1-75 sembra essere nata nel modo giusto. Ancora troppo presto stabilire i reali rapporti di forza tra i vari top team dopo appena tre giorni di test a Barcellona, ma di certo i segnali sono incoraggianti. I piloti e i tecnici hanno trovato corrispondenza tra i dati del simulatore e quelli della pista e questo lascia ben sperare anche per lo sviluppo futuro della vettura. Leclerc è chiamato ad un pronto riscatto dopo essere finito dietro il nuovo compagno di squadra Carlos Sainz nel 2021. Il monegasco, seppur non in modo ufficiale, è il primo pilota della Scuderia e il maggiore indiziato per riportare finalmente il titolo dalle parti di Maranello. Una pressione che per ora non lo spaventa, in attesa di capire se Red Bull e Mercedes saranno realmente alla sua portata. Chi lo conosce bene è Massimo Rivola, ex direttore della Ferrari Driver Academy, prima di sbarcare nel progetto Aprilia in MotoGP.
Leclerc come Alonso: il paragone di Massimo Rivola
Secondo il tecnico di Faenza il monegasco ha dei punti in comune con Fernando Alonso, un altro che in Italia ha lasciato un ottimo ricordo, pur non vincendo mai il titolo iridato. Rivola ha visto crescere Leclerc dall’età di 18 anni, quando partecipò prima alla Formula 3 europea e poi alla GP3 Series con l’ART Grand Prix.
“È stato molto divertente lavorare con lui. Si è capito subito che sarebbe diventato un campione. Mi ricordava molto Alonso sotto certi aspetti. Voleva vincere qualsiasi sfida e non accettava la sconfitta, ma la prendeva davvero male“, spiega Rivola in una recente intervista sulle colonne de Il Foglio.
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Poi aggiunge: “Rispetto ai primi anni Charles è migliorato davvero tanto. Credo che le tragedie di vita che ha sofferto, da Jules Bianchi al padre, lo abbiano reso ancora più forte. Ha ancora un bel potenziale di crescita. Gli ho detto che cosa gli manca, deve migliorare nella lettura della gara”. Poi riguarda ad Alonso specifica: “Nessuno leggeva le gare come lui. Tante volte al muretto ci faceva sentire come dei pirla perché lui vedeva oltre. Capiva le cose prima degli altri”.