“Hamilton aveva la faccia da funerale”: il retroscena svelato da un altro pilota. Il finale di stagione è stato pesantissimo, difficile riprendersi
Tutto è fermo al 12 dicembre anche se in realtà è passato un mese e mezzo. Da allora Max Verstappen, la Red Bull e i loro tifosi hanno cominciato a fare festa. La Mercedes, ma soprattutto Lewis Hamilton hanno incassato perdendo anche la parola.
Il sette volte campione del mondo ha deciso, dopo le interviste di rito alla fine del GP di Abu Dhabi, che per lui sarebbe stato meglio tacere e meditare. Quindi nessuna dichiarazione ufficiale, nessun post sui social per spiegare, nessuna conferma sulla sua volontà o meno di tornare a correre.
Ma cosa ha provato veramente alla fine di quella gara che passerà alla storia? Oggi ce lo racconta chi ha vissuto quei momenti molto fa vicino, cioé Valtteri Bottas. I due ex compagni di squadra si sono visti un’ultima volta il 17 dicembre in occasione della festa organizzata per il suo addio alla Mercedes e adesso il finlandese svela cosa è successo.
Parlando ad un podcast, Bottas ha confermato tutto il disagio del britannico: “Erano passati diversi giorni dalla gara e l’umore era ancora lo stesso. Hamilton aveva la faccia da funerale. Sapeva bene di non essere stato lui a perdere quella gara ed è stato derubato, ma gli riesce difficile accettare che il titolo gli venga portato via così. Ora basta aspettare e tornerà due volte più forte di prima, lui è fatto così”.
“Hamilton aveva la faccia da funerale”: la mancata vittoria nel Mondiale è costata parecchio
In case Mercedes era tutto pronto per celebrare un record storico anche perché nelle ultime gare del Mondiale di F1 Hamilton era stato nettamente migliore di Verstappen. Non è successo e così tutto devono guardare avanti pensando alla prossima stagione che scatterà tra meno di un mese con i primi test ufficiali.
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Bottas però, in un recentissima intervista al tabloid quotidiano finlandese ‘Iltalethi’ ha ammesso che quella mancata vittoria è costata molto anche a lui: “Certi bonus per il team sono legati all’ottenimento di precisi risultati. Per fortuna non avevo ricevuto in anticipo. A volte si vince, altre volte no. Ma sono nella condizione in cui il conto in banca ormai non lo guardo quasi più, anche se non mi dimentico certo della situazione economica che avevo quando sono arrivato in F1”.
