Dalma, la figlia del compianto Diego Maradona, ha fatto una richiesta a De Laurentiis ma il presidente del Napoli sembra ignorarla
Da quando Diego Maradona, ormai più di un anno fa, è venuto a mancare, si è scritto e si è letto di tutto e di più. Se le cause del suo decesso sono ormai acclarate, non si placano le polemiche tra familiari e medici coinvolti nella morte del Pipe de oro.
Nel frattempo il mondo intero si è mobilitato con omaggi di vario genere. A Napoli, oltre ad intitolare a Diego l’ormai ex stadio San Paolo, è stata anche inaugurata da poco una statua in suo onore posta proprio di fronte all’impianto sportivo che lo ha visto protagonista negli anni ’90.
Non tutti sapevano, però, che la figlia del campione argentino Dalma stesse realizzando un documentario sulla sua vita e su quella del padre intitolato “Hija de Dios”. Proprio a causa di tutto ciò la ragazza ha avuto un diverbio con il presidente del club partenopeo De Laurentiis.
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Diego Maradona, la figlia Dalma accusa De Laurentiis: “Mi ha ignorata”
Dalma, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, ha raccontato l’accaduto. La figlia di Diego Maradona aveva intenzione di girare alcune scene del suo documentario all’interno dello stadio del Napoli ma il club gli ha risposto picche:
“Attraverso la casa di produzione locale (la Bronx, ndr) abbiamo chiesto le autorizzazioni necessarie per girare allo stadio ma il Napoli ci ha detto di no. Non ci potevo credere, così ho chiesto di riprovare. Niente. Ci hanno detto di no con una mail di pochissime parole, senza spiegazioni o motivazioni”.
A quel punto Dalma ha provato a contattare personalmente De Laurentiis ma il risultato è stato lo stesso:
“Di fronte a questi no così asciutti ho cercato e ottenuto il telefono del presidente Aurelio De Laurentiis e gli ho scritto, con rispetto, raccontandogli il mio progetto. Il messaggio è stato letto ma ancora non ho ricevuto alcuna risposta“.
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Stessa cosa anche per quel che riguarda la partecipazione di Insigne al documentario: il capitano si è visto negare l’autorizzazione dal club partenopeo.