NBA, dopo la rissa Stewart attacca LeBron James: “Deve vergognarsi”

Le immagini della gazzarra in campo nel match tra Detroit e Lakers hanno fatto il giro del mondo ma i due protagonist della stagione NBA, Isiah Stewart e Lebron James non fanno pace

NBA Lebron Stewart
Isiah Stewart che porta sul volto i segni della battaglia con LeBron James (AP Lapresse)

“Niente pace…” borbotta Isiah Stewart, rientrato dopo due giornate di squalifica nei Detroit Pistons che perdono contro i Clippers. Ma sicuramente il giocatore dei Detroit che torna sull’episodio di qualche giorno fa è più calmo…

“LeBron James deve vergognarsi”

Qualche giorno fa ci sono voluti dieci minuti e sette-otto persone per fermarlo e trascinarlo fuori dal campo quando, sanguinante dopo un colpo al volto sotto i tabelloni, cercava il corpo a corpo con LeBron James. Stewart è tornato sulla questione… “ma è l’ultima volta che ne parlo. Credo che un giocatore della sta statura professionale debba vergognarsi. Perché più vedo le immagini di quello che è accaduto e più penso che non sia stato un incidente” dice il giocatore dei Pistons lasciando intendere di essere stato colpito volontariamente dall’avversario.

“Il senso della parola perdono per me è molto profondo – continua Stewart – bisogna guadagnarselo, proprio come il rispetto”.

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LeBron James vs Stewart
Un momento della rissa tra Isaiah Stewart e LeBron James (Getty Images)

Stewart e “the Choosen One”

Isiah Stewart, 20 anni, è al suo primo anno in NBA: di fronte ha un mostro sacro miliardario. E nessun sentimento di venerazione: “É un giocatore come un altro. Tutti sono giocatori come altri. Mi dispiace perché sono passato per un gangster, un picchiatore, un violento. E io non sono così. Ho reagito vedendo il sangue, sentendo il dolore e soprattutto intuendo che quel colpo poteva essere intenzionale. Siamo una squadra giovane ma di carattere, credo sia il caso di farsi rispettare”.

Stewart ha giocato 27’ contro i Clippers, 4 punti e 12 rimbalzi. La lotta sotto le plance è la sua specialità. Ciò che lo definisce: ora ha una vistosa cicatrice che gli è costata sette punti di sutura… che coach Casey giudica “una medaglia al suo valore di agonista vero”.

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