Un episodio che è destinato ad avere seguiti e conseguenze non solo nello sport, Evander Kane – giocatore di hockey di NHL – è stato squalificato per 21 partite per avere falsificato un certificato
In Italia da alcuni giorni chi non vuole vaccinarsi deve sottoporsi a un tampone che certifichi la sua negatività al Covid 19 ogni 48 ore.
Certificati falsi e squalifiche
Ma questo provvedimento è in atto in molti altri paesi. Ed è stato adottato da numerose leghe professionistiche di sport che dopo avere abrogato le cosiddette ‘bolle’, campionati organizzati in un’unica sede con controlli strettissimi su tutti i partecipanti, hanno di fatto imposto la vaccinazione a tutti gli iscritti e tesserati: atleti, tecnici e dirigenti.
In NHL, il più importante campionato del mondo di hockey su ghiaccio, tutti i giocatori devono presentare un certificato di completamento del vaccino. Ma quello di Evander Kane dei San Jose Sharks era falso. Il giocatore non voleva vaccinarsi. E aveva pagato un certificato con il suo nome ma appartenente a un’altra persona.
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Squalifica e sanzione
Quando due giorni fa un controllo ha evidenziato l’irregolarità di Kane, al giocatore è stato imposto di non giocare. E il suo caso è finito sotto consiglio disciplinare. La decisione dell’NHL è stata durissima: ventuno giornate di squalifica. Kane potrà tornare sul ghiaccio a dicembre.
Kane ha chiesto scusa: “Ho fatto un errore, di cui mi pento sinceramente e mi assumo la responsabilità di quello che ho fatto – ha detto Kane – ho compreso perfettamente la gravità di quello che ho fatto. Avrò modo di riflettere e tornerò con il massimo impegno per farmi perdonare”.
Gli Sharks hanno sospeso il giocatore: “Apprezziamo le sue scuse – scrive in una nota la squadra di San José – ma siamo estremamente delusi dal suo disprezzo per i protocolli di salute e sicurezza messi in atto dalla NHL e dall’associazione dei giocatori”.