Ha destato molta tristezza la scomparsa dai quadri del calcio professionistico del Chievo Verona dopo il fallimento del club presieduto da Luca Campedelli, ma la società è stata rifondata
C’è Sergio Pellissier, il miglior attaccante nella storia del Chievo, dietro la ricostruzione della società fallita alcune settimane fa e non iscritta al prossimo campionato. Ma la nuova storia degli ‘asinelli’ è destinata a una lunga salita e a una stagione senza calcio.
Chievo, quale futuro
Dopo il fallimento seguita dalla bocciatura in ogni sede sportiva e amministrativa dei ricorsi della società circa la mancata iscrizione al prossimo campionato, il Chievo prova a ripartire. L’ultimo atto della presidenza di Luca Campedelli era stato quello di affidare al comune di Verona una transizione per consentire quanto meno l’iscrizione della società tra i dilettanti, e dunque dalla Serie D. Ma l’appello del comune scaligero è andato deserto.
Nessun imprenditore si è presentato per acquistare se non altro il nome della società. Una delusione cocente non solo per la vecchia proprietà e per i tifosi ma anche per chi la maglia degli ‘asinelli’ l’ha vestita, come Sergio Pellissier.
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Il progetto di Sergio Pellissier
Sfumato anche questa ultima rete d’emergenza Pellissier ha rifondato il club, stesso nome, stesso logo e stessi colori sociali: Football Club Chievo 1929. Esattamente con la stessa denominazione della società che arrivò in Europa sfiorando anche la Champions League. A questo punto il Chievo può anche tornare in campo, tutto dipende da dove si potrà cominciare: perché se c’è il club la squadra ancora non c’è.
“Abbiamo concretizzato l’unico passo possibile – dice Sergio Pellissier – un atto d’amore e di speranza in attesa che si possa ripartire anche solo con il settore giovanile. Ci vorrà tempo. Ho mosso tutte le amicizie e conoscenze che avevo ma pensare di ripartire subito è impossibile. Il tempo era troppo poco”.
Il comitato provinciale della FIGC di Verona si è reso disponibile a consentire l’ingresso della società anche dalla seconda, dalla terza categoria. Ma per ora del vecchio Chievo è rimasto solo il nome, oltre all’idea di Pellissier di un club che riparta dai giovanissimi con le radici e la storia della vecchia società.