Vlahovic-Juve, Motta non c’entra: il problema è un altro

Dusan Vlahovic ha perso un’occasione per star zitto. Le sue ultime parole dalla nazionale riaprono una questione vecchia, ma le cose alla Juve sono cambiate e anche tanto. Il 9 bianconero ha provato a mettere in discussione le richieste di Thiago Motta, che gli impongono di sacrificarsi per la squadra dovendo attaccare e difendere insieme ai compagni. Nulla che abbia scomposto gli equilibri alla Continassa: l’allenatore alla vigilia di Juve-Milan non gliele ha mandate a dire, lasciando intendere che all’interno della rosa non ci sono giocatori privilegiati né trattamenti di favore.
La Juve dell’ultimo periodo ha dimostrato che non è Vlahovic dipendente. La sensazione è che alla Continassa abbiano lavorato dall’inizio della stagione per slegare il rendimento della squadra da quello dell’attaccante serbo. Che a breve dovrà discutere anche il suo contratto, e questo sì che potrebbe diventare un problema da risolvere. Il club non vorrebbe ritrovarsi a dover gestire il centravanti come Chiesa l’estate scorsa, ma dal prossimo giugno Vlahovic sarà nella stessa situazione. A meno che non si riescano a chiarire le cose prima, cioè a breve.
Giuntoli sperava di blindare l’investimento fatto su Vlahovic con un rinnovo tattico. Alla Juve sarebbe bastato un +1 sull’attuale scadenza al 2026 per mantenere il potere di trattativa sul calciatore e abbassare l’ammortamento a bilancio sulla sua voce. Una manovra che – se fatta entro la fine del 2024 – sarebbe tornata utile per reindirizzare il risparmio sul mercato di gennaio, dove il club ha la necessità di mettere a posto la rosa dopo gli infortuni di Bremer e Cabal. I recenti incontri però non sono andati bene: nessun avanzamento, nessuna traccia di rinnovo.
L’attacco frontale di Vlahovic a Thiago Motta appare fuori luogo ed esagerato, ma forse è solo la reazione a un malessere che sta cominciando a prendere forma. La Juve non lo ha mai scaricato, ma adesso ha necessità di allineare il suo contratto con quello di tutti gli altri. Il serbo oggi ha una base di stipendio doppia rispetto alla media, che diventa il triplo con i bonus fedeltà caricati sugli ultimi due anni di contratto al momento dell’accordo. Ma la questione non è soltanto economica, bensì di empatia e coinvolgimento: Motta lo ha chiarito bene che dev’essere Vlahovic ad adeguarsi alla Juve e non viceversa, al giocatore la scelta.
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