È sempre più la Juventus di Thiago Motta

“Attaccare tutti insieme e difendere tutti insieme. È un obbligo, non un’opzione”. Chiaro e categorico, Thiago Motta ha spiegato in maniera netta che cosa vuole dalla sua Juventus. Al netto, delle lamentele più o meno velate di Dusan Vlahovic, dal ritiro della Nazionale serba. Il calcio è uno sport di squadra, un sport che si gioca collettivamente. Un concetto molto caro e chiaro al mister italo-brasiliano della Juventus, che lo ha ribadito oggi in conferenza stampa sull’onda delle dichiarazioni del centravanti ex Fiorentina.

Juventus, concetti chiari

Nonostante lo stesso Thiago Motta abbia detto proprio di recente che questa non va definita “la Juventus di Motta”. Le parole di oggi sono chiare. Si gioca assieme: “È un obbligo, non un’opzione”. Le regole, i concetti dell’allenatore bianconero sono chiari e diretti. Nessuno può astenersi dal partecipare attivamente e intensamente alle due fasi di gioco. Pena: la panchina.

Non c’è spazio per chi non si applica. Ne sa qualcosa per esempio Jesper Karlsson, che non è mai riuscito a garantire l’intensità richiesta da Thiago Motta nell’anno trascorso assieme a Bologna. O Marko Arnautovic, più volte tenuto fuori dall’undici titolare due stagioni fa, nonostante fosse il giocatore tecnicamente più importante dell’allora Bologna di Motta.
Un concetto ribadito alle dichiarazioni di Vlahovic, ma in generale in tutte le conferenze stampa.

Motta e il collettivo

Nel calcio dell’ex allenatore del Bologna non c’è spazio per gli individualismi. L’estro individuale è al servizio del collettivo. Diversamente la squadra non può funzionare. La doppia fase è un obbligo non solo alla Juventus, ma nel calcio moderno. Se il messaggio di Vlahovic era rivolto al suo allenatore nel club, non ha certamente sortito l’effetto sperato.

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