Jannik Sinner rischia la squalifica per doping ed arrivano ulteriori notizie in merito: chiara anche la posizione del rivale
In campo non si nota, dato che continua a fare incetta di trofei e riconoscimenti. Ma da qualche mese a questa parte Jannik Sinner è tormentato dalla possibile squalifica per l’assunzione involontaria di un piccola dose di Clostebol, uno steroide anabolizzante che rientra tra le sostanze considerate doping.
Il classe 2001 altoatesino, la cui positività si è registrata nel mese di marzo durante il torneo di Indian Wells, era stato assolto dal tribunale indipendente dell’ITIA, che aveva deciso di punirlo ‘soltanto’ con la sottrazione di punti e montepremi accumulati in California. In un secondo momento, tuttavia, la WADA – agenzia mondiale antidoping – ha fatto ricorso contro tale sentenza e chiesto una squalifica dalla durata compresa tra 1 e 2 anni.
Sinner squalificato per doping? Le parole del rivale a Torino
Tecnicamente, Sinner non ha alcuna responsabilità nella vicenda, visto che a determinare la sua positività è stato un ‘incidente’ causato dall’ormai ex preparatore, il quale aveva utilizzato il Clostebol per curarsi una ferita alla mano e poi ha massaggiato Jannik senza indossare i guanti (fatto che gli è costato il giusto licenziamento). Questo, però, potrebbe non bastare per evitare all’azzurro una lunga sospensione.
Il verdetto è atteso tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 e non tira un’aria propriamente ottimista. Intanto, come normale che sia, la questione continua a far parlare di sé tra appassionati ed addetti ai lavori, nonostante siano in corso le attesissime Nitto Atp Finals di Torino.
Nelle ultime ore, infatti, uno dei rivali dell’azzurro è stato chiamato ad esprimersi in merito e le sue affermazioni dinanzi ad una possibile squalifica di Jannik sono state abbastanza ‘fredde’. Ci riferiamo all’australiano Alex De Minaur, che a margine della sconfitta incassata sul cemento indoor piemontese ha detto: “Di Jannik posso dire soltanto che è un bravo ragazzo. Abbiamo condiviso molti momenti in campo, per lui e per la sua squadra nutro molto rispetto. Ma onestamente io sono solo un tennista, non ho alcuna influenza su queste decisioni. Sono sicuro che tutto accadrà quando è necessario che accada“.
Tradotto, anche De Minaur si è accodato ai tanti giocatori che in questi mesi si sono ben guardati dallo schierarsi al fianco del numero uno al mondo. Invidia? Può darsi. Ma la sensazione prevalente è che in molti non vedano l’ora di liberarsi – almeno per un po’ – di colui che rappresenta, in ogni torneo, il principale ostacolo per la conquista del titolo.