Alla fine ha avuto ragione Simone Inzaghi. Alla vigilia di Inter-Arsenal cominciava a filtrare l’intenzione del tecnico di mettere pesantemente mano al turnover contro i Gunners. Una scelta che inevitabilmente ti espone ad un mare di critiche, se poi le cose vanno male.
Invece è andata bene e l’Inter ha centrato una grande vittoria contro una delle favorite per la vittoria finale della Champions League, seppure in un momento non brillantissimo per i londinesi. Due piccioni con una fava per Inzaghi, che arriva allo scontro diretto per lo Scudetto contro il Napoli con gli uomini chiave più riposati.
Questa prima mossa è un’arma che Inzaghi ha pubblicizzato e difeso fin dall’estate: il voler puntare su 22 titolari e non su 11. Inevitabile che qualcuno sia insostituibile, ma non guardare in faccia nessuno sicuramente porta chi parte da dietro a crescere e responsabilizzarsi.
La crescita individuale arriva anche e soprattutto grazie al lavoro: se Dimarco e Calhanoglu sono gli esempi massimi di come Inzaghi stia portando molti giocatori a rendere anche oltre a quello che loro stessi si immaginavano, la partita fatta ieri da Bisseck dimostra che questo percorso riguarda tanti altri ed è tuttora in atto.
Poi l’allenatore ha spesso gettato acqua sul fuoco quando gli si faceva notare che dal punto di vista psicologico forse la sua Inter stava mollando qualcosa. Inzaghi ha sempre e solo parlato degli errori tecnici, analizzando quelli e lavorandoci per limitarli. E nel momento chiave si è rivista anche la fame e la determinazione propria della squadra che qualche mese fa ammazzava il campionato e che ora, a dispetto di tante critiche, è in piena corsa per tutti i propri obiettivi.