“Progetto”, una parola così tanto usata e così spesso tradita dopo poche settimane, nel calcio italiano. Dopo l’ennesima impresa dell’Atalanta in campo europeo, vale la pena fare un salto indietro ed un paio di riflessioni.
Torniamo all’estate 2016, quando viene assunto Giampiero Gasperini per allenare i bergamaschi. Al 21 di settembre dopo 5 giornate la Dea è ultima in classifica, con 4 sconfitte nelle prime 5 giornate, fra le quali un secco 3 a 0 subito dal Cagliari ed un pesante 0 a 1 interno rimediato contro il Palermo con gol all’ultimo minuto di Nestorovski.
Su L’Eco di Bergamo di lunedì 10 ottobre esce un’intervista al presidente nerazzurro Antonio Percassi: “Con il Napoli ho rivisto il sogno: squadra competitiva in A con un gruppo di ragazzi molto giovani, fra l’altro mandati in campo a sorpresa e lo stadio che li sosteneva senza sosta. Per questo Gasperini è il miglior allenatore possibile: adesso che ha finito il rodaggio, ci darà grandi soddisfazioni. Ho visto il calcio di cui mi parla Gasperini”.
Non solo non viene messo in discussione l’allenatore che ha stentato fin lì, ma addirittura lo stesso viene definito “il miglior allenatore possibile”.
Poi ancora: “Il mister mi dice le stesse cose dal giorno in cui l’ho conosciuto, e lui non ha mai cambiato idea. Me le sono sentite ripetere anche dopo il Crotone, io gli ho solo ribadito con grande tranquillità che la mia fiducia in lui non era e non era mai stata in discussione”.
A ripensarci oggi, dopo un’Europa League vinta e mentre si sente parlare di Scudetto a Bergamo, fa un certo effetto. Forse aspettare e rispettare la linea tracciata, non è un’idea così malvagia, alle volte.