Il Lecce torna alla vittoria: contro il Napoli c’era già stata una reazione da parte dei salentini, protagonisti di un’ottima prova al Maradona, ma l’altroieri contro il Verona sono arrivati anche i tre punti, grazie alla rete di Dorgu e ad una bella reazione emotiva della squadra di Gotti. Protagonista in entrambi i match di positivo è stato sicuramente Hamza Rafia, nel ruolo di mezz’ala. Il suo agente, Yvan Le Mee, è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlarci di lui.
Cosa è scattato (in Hamza ed in tutto il Lecce) dopo la brutta partita contro la Fiorentina? Che chance di salvezza hanno i giallorossi?
“La sconfitta con la Fiorentina è arrivata davvero dopo una brutta partita, quello che posso dire è che magari uno schiaffo a volte può fare bene: rispetto ad uno 0-1, uno 0-6 ti fa svegliare sicuramente di più. Dei campionati europei, i più difficili sono la Premier League e la Serie A e puntare la salvezza in tutte le stagioni non è facile, soprattutto quando hai l’ultimo budget del campionato. E’ un miracolo centrarla tutti gli anni. Poi ci sono i tifosi che credono nella squadra e la sostengono, nessuno parla di retrocessione. Il gruppo ha la forza di arrivare alla salvezza da anni: raggiungerla anche quest’anno sarebbe bellissimo”.
Rafia ha fatto bene nel ruolo di mezz’ala: cosa gli chiede Gotti e quanto è importante la fiducia che ha in lui?
“Hamza è nato trequartista, faceva il fenomeno all’Olympique Lione quando era giovane. In questo calcio moderno si è trasformato in mezz’ala offensiva. Ce ne sono pochi in Serie A di giocatori con la sua qualità e tecnica, ne sono convinto. Anche a livello tattico e fisico, dove è diventato forte. Se avesse avuto la nazionalità brasiliana, argentina o italiana forse parleremmo di un’altra valutazione su di lui. Gotti gli dà fiducia, lui è un grande professionista, pensa alla squadra. Il talento non è sufficiente, quello ti porta in campo, poi sono l’atteggiamento ed il lavoro a farti arrivare ad alto livello. Questa posizione sembra davvero la sua, perché gli permette di fare la differenza, in termini di tecnica, ma anche lavoro per la squadra difensivo. Contro il Verona per esempio ha fatto bene anche in fase d’interdizione”.
Lo vedi cresciuto dal punto di vista tattico, più impattante in questa categoria dopo il salto subito positivo dalla C alla A?
“Il salto dalla C alla A non era facile, ma ha dimostrato di avere tutto per fare il salto. Questa seconda stagione è quella della conferma, dove ha bisogno di continuità per sviluppare le sue qualità ed alzare l’asticella. Deve continuare a lavorare rimanendo umile come è sempre stato, per continuare ad essere uno dei giocatori più importanti del Lecce e speriamo della Serie A”.
Quali margini di crescita ha? Lui ed altri colpi di Corvino e Trinchera, come per esempio Dorgu, sembrano essere sulla via giusta per meritarsi palcoscenici anche molto importanti, è così?
“Per i giovani non è mai facile affermarsi subito, al giorno d’oggi, soprattutto in un grande club, ma non solo. Ammiro per esempio quello che sta facendo Thiago Motta, che alla Juventus sta lanciando tanti ragazzi del settore giovanile, in altre squadre lo vedo fare anche da Pecchia, D’Aversa e Di Francesco fra gli altri. Magari Motta avrebbe lanciato anche Rafia se lo avesse avuto, chissà. Quando servono risultati immediati è più difficile farlo ovviamente, come a Torino dove c’erano grandi giocatori. Come tanti ragazzi anche lui ha dovuto fare un percorso diverso, perché in Serie A si gioca soprattutto fra i 25 anni ed i 35 anni, mentre in Francia è più facile che accada dai 20 ai 30: da un Paese all’altro cambiano le valutazioni”.
In estate qualche club lo ha tentato, anche dall’Italia? E se sì, perché è rimasto?
“Sono arrivati sondaggi, richieste d’informazioni ed anche offerte concrete sul tavolo. Ma sapevamo che sarebbe successo, il ragazzo è intelligente e sa che ha bisogno di continuità, di confermarsi. Ha il rispetto della società per la quale gioca, che gli ha dato fiducia riportandolo in Serie A quest’estate. Non abbiamo pensato se andare via o restare, perché non è mai stato in discussione, sapevamo che doveva fare bene qui e crescere”.
Un aspetto sul quale può crescere sono i gol? Quanti ne ha nelle sue corde?
“Deve cercare di fare un po’ più di gol, penso che possa farne 6-7 a stagione. Così come può arrivare in doppia cifra con gli assist. Contro il Verona poteva fare due assist in apertura e chiusura della partita, per esempio, poi dipendono anche da altri fattori se si concretizzano o meno. Il lavoro oggi però non è più tecnico, fisico o tattico, ma soprattutto di numeri che vuole migliorare, quelli su gol e assist. Per il resto, lavoriamo sempre studiando gli altri numeri con Wyscout ed è facile dire che sul resto si assesta già su statistiche di giocatori che sono già ad alto livello”.
Quanto è stata importante la fiducia datagli dal Lecce?
“Corvino e Trinchera gli hanno dato fiducia, facendo una scommessa non comune prendendo un giocatore dalla Serie C. Come ne fanno Sartori e Angelozzi, per citare altri ds, o il lavoro che fa il Parma con Pecchia stesso lanciando tanti giovani del settore giovanile. Abbiamo portato Bonny al Parma 3 anni fa, facendogli fare tutto il percorso che oggi lo ha portato alla Serie A, per esempio. Quindi sì, è stata molto importante”.