In Formula 1 arriva un vero e proprio terremoto: il circus è in rivolta, la mazzata è tremenda ma arriva la decisione della Fia
La Formula 1 è tornata in pista dopo la lunga pausa autunnale. Un mese di stop, una sorta di quiete prima della tempesta, per il rush finale mai come quest’anno intensissimo e da vivere in apnea. Il Gran Premio in Texas, sul circuito di Austin, è andato in archivio ma non c’è tempo di prendere fiato per piloti e scuderie.
Nel prossimo week end, infatti, si correrà in Messico poi dopo appena una settimana in Brasile, per altri due appuntamenti che potrebbero anche essere indicativi per le sorti del Mondiale, sia piloti che Costruttori. Verstappen, nel primo, è ancora avanti mentre nel secondo è la McLaren al momento a guardare tutti dall’alto verso il basso dopo il sorpasso sulla Red Bull.
D’altronde le cinque gare alla fine del mondiale – due le Sprint – possono ancora regalare colpi di scena clamorosi ed inaspettati. Intanto il mondo del circus è stato invaso dall’ennesima polemica che ha riguardato una sorta di vuoto regolamentare e la posizione della Fia seguente.
Formula 1, Red Bull sotto accusa: la decisione della Fia
Il riferimento non può non andare che al T-Tray della Red Bull, il sistema che la scuderia anglo-austriaca utilizzava per regolare l’altezza da terra della monoposto, abbassandola durante le qualifiche – almeno questa è l’accusa nella polemica scoppiata giovedì scorso ad Austin – per trarre il maggior vantaggio possibile per poi alzarla in gara cambiando il sistema anche in regime di parco chiuso, manovra ovviamente vietata.
I commissari Fia, in un atteggiamento che più prudenziale non si può, se da un lato hanno vietato alla Red Bull di proseguire con questo meccanismo, dall’altro non hanno deciso per sanzioni, siano esse squalifiche o punti di penalizzazione.
E proprio la tempistica è il nocciolo della questione. Sarebbe un atteggiamento illecito il fare questa manovra tra qualifiche e gara, in regime di parco chiuso, come sostenuto anche da Vasseur, il team principal della Ferrari. La Fia, però, non ha le prove per stabilire ciò ed ha solo agito di conseguenza: a partire dal Texas, infatti, saranno applicati i sigilli proprio per evitare ogni tipo di azione illecita.
Nikolas Tombazis, responsabile dei regolamenti tecnici Fia, si è così espresso ai microfoni di ‘Sky UK’. “A Singapore ci hanno reso nota l’esistenza di un sistema che in regime di parco chiuso potrebbe modificare la distanza da terra della parte anteriore della monoposto” ha spiegato.
“Nel caso sarebbe illegale ma noi non abbiamo prove o indicazioni sia accaduto” ha poi aggiunto Tombazis spiegando però come la Fia abbia deciso come non sarà più possibile un intervento del genere. “Su quel dispositivo vanno apposti i sigilli in regime di parco chiuso” ha sostenuto.
“La questione è sotto controllo e credo che tutti i team siano d’accordo” ha poi aggiunto l’ex direttore tecnico della Ferrari. Nessun caso quindi secondo Tombazis che ha evidenziato come abbiano agito fermando le speculazioni del caso, “è una non-storia al momento anche se non possiamo chiudere definitivamente la questione per le gare precedenti” ha sentenziato.