Jannik Sinner, impegnato nella milionaria kermesse del ‘Six Kings Slam’, incassa la nota ufficiale dell’agenzia
Sul campo, non ci potrebbe essere momento più felice nella sua carriera. Fresco trionfatore al Masters 1000 di Shanghai – dove ha incamerato il settimo titolo di una stagione straordinaria, che già gli ha regalato la certezza di restare in vetta al ranking mondiale almeno fino a gennaio 2025 – Jannik Sinner non conosce la parola ‘sconfitta’.
Anche nel torneo di esibizione in quel di Riyadh, dove in compagnia di fuoriclasse come Djokovic, Alcaraz, Nadal, Medvedev e Rune sta dando spettacolo per la gioia dei presenti, il fenomeno della Val Pusteria ha voluto mettere le cose in chiaro. Lanciando un segnale ben preciso ai suoi rivali.
Dopo aver umiliato il russo, che in conferenza stampa ha ammesso di non aver trovato alcuna arma contro il gioco di Jannik, l’azzurro ha battuto il campione serbo per la quarta volta consecutiva al termine di una battaglia durata oltre due ore. Alla faccia dell’esibizione, hanno pensato in molti.
Pur non contando nulla in termini di punti ATP, le sfide già giocate e vinte sono servite per ribadire in via ‘ufficiosa’ la sua superiorità. Del resto il bilancio di 65 vittorie e sole 6 sconfitte nel circuito in un 2024 da sogno parlano da sole per il giocatore italiano.
Nei pensieri di Sinner è però ancora ben presente la vicenda Clostebol. Il ricorso presentato presso il CAS di Losanna dalla WADA costringerà il tennista ad attendere ancora diverso tempo prima di chiudere la dolorosa pagina. E dire che l’ITIA (l’Integrity Tennis Integrity Agency) lo aveva di fatto già scagionato attraverso un processo condotto da un tribunale indipendente. Forse sull’onda anche di certe proteste provenienti da alcuni addetti ai lavori e in taluni casi da sedicenti giocatori iscritti al partito degli accusatori, la WADA ha voluto vederci chiaro. Chiedendo un supplemento d’indagine in vista di una possibile squalifica del campione.
Caso Sinner, l’ITIA sbotta: “Nessun trattamento di favore”
Attraverso il suo CEO Karen Moorhouse, l’ITIA ha voluto ribadire, attraverso una nota ufficiale, il suo modus operandi. Che si muove solo lungo la linea dell’accertamento della verità nella piena collaborazione col tennista coinvolto e con le istituzioni coinvolte. Nessun favoritismo e nessuna deroga solo perché si tratta del leader del ranking mondiale, ha tenuto a precisare a chiare parole il dirigente intervenuto sui canali dell’agenzia.
“Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere fonte di confusione comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal codice mondiale antidoping, stabilito dall’agenzia mondiale antidoping e dal programma antidoping del tennis”, esordisce il comunicato.
“Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato unicamente dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza”.
La nota prosegue evidenziando come nel caso di Sinner comprendano “che l’attenzione dell’appello è rivolta all’interpretazione e all’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale sia, se presente, il livello di colpa applicabile al giocatore, piuttosto che all’indagine dell’ITIA sui fatti e sulla scienza”, si conclude.