Il giorno dopo il pareggio contro il Belgio, la Nazionale di Luciano Spalletti può comunque sorridere. Un punto, per come si era messa la gara e per come per mezz’ora l’Italia ha dominato i Red Devils, è poco. Ma la prestazione resta. Ed è soprattutto a quella che bisogna guardare in un percorso lungo e tortuoso come quello che dovrà portare gli Azzurri al Mondiale 2026.
Italia, superiorità palese in parità numerica
Difficile togliersi dalla testa che in 11 contro 11 il match era stato dominato. Due gol entrambi nati da azioni manovrate che hanno trovato impreparato il Belgio, eludendo la sua rivedibile fase difensiva. A fare la differenza l’ottima prestazione del centrocampo, ma anche e soprattutto degli esterni Cambiaso e Dimarco. I due giocatori sono stati protagonisti assoluti dei due gol. Nel primo l’assist del secondo ha messo lo juventino in porta. Mentre nel secondo la straordinaria apertura di Dimarco per Cambiaso propizia il gol di Retegui. Insomma due reti confezionate da fascia a fascia da “quinto” a “quinto”. Il sogno di tutti gli allenatori che giocano col 3-5-2.
Le note negative e i margini di miglioramento
Le note positive superano di gran lunga quelle negative. Una su tutte? Lorenzo Pellegrini. Il suo fallo è tanto brutto quanto inutile. Merita la revisione VAR ale rovina la partita dell’Italia che rimane in testa al girone ma con un solo punto di vantaggio sulla Francia. Dalla sua espulsione, totalmente gratuita, scaturisce tutta un’altra partita in cui gli Azzurri prendono due reti. E forse il fatto di non essere riusciti almeno almeno a reggere fino alla fine del primo tempo col doppio vantaggio potrebbe essere un elemento dal quale ripartire per lavorare e migliorare. Intanto, testa al match con Israele, in cui sarà obbligatorio vincere. Magari con la speranza che il Belgio si produca in uno sgambetto anche alla Francia di Deschamps. Appuntamento a lunedì.