Max Verstappen letteralmente furioso per quanto è accaduto in Formula 1: la situazione non si è ancora appianata e continua la polemica
Il campione del mondo in carica non accetta il trattamento ricevuto dalla Federazione e oltre ai problemi in pista con la sua Red Bull deve preoccuparsi anche di un clima non troppo congeniale per lui. I piloti sono dalla sua parte.
Siamo ormai lontanissimi dalla Formula 1 degli anni ’70 e ’80, in cui non solo era ammissibile il trash talking ma si vedevano scorrettezze di tutti i tipi anche in pista. Andare oltre i limiti era la consuetudine, cosa che a dire il vero si è mantenuta anche negli anni ’90. Come dimenticare l’episodio che ha visto protagonisti Michael Schumacher e David Coulthard sotto il diluvio in Spa, durante il Gran Premio del Belgio. L’ex pilota della Ferrari voleva risolverla a modo suo nel box, se non fosse stato bloccato da diversi meccanici e ingegneri.
Oggi basta invece una parolaccia detta in conferenza stampa per venir sanzionati. Lo sa bene Max Verstappen che si è reso protagonista di un episodio controverso a Singapore. Aver etichettato la sua RB20 con un termine non proprio affettuoso lo ha portato a una sanzione disciplinare: diverse ore di lavori socialmente utili. Una mazzata che non è andata giù all’olandese che ha protestato in maniera intelligente dopo le qualifiche, rispondendo a monosillabi durante le interviste. Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha voluto applicare un duro giro di vite al linguaggio dei piloti in tutte le categorie e ovviamente la F1 non ha fatto eccezione.
Johnny Herbert parla del caso Verstappen: “Max era infuriato ma troppe parolacce non vanno bene”
A tornare a parlare dell’argomento è stato Johnny Herbert, uno dei Commissari della FIA presente a Singapore. Intervistato dal sito ‘CasinoHawks’ ha spiegato: “Dopo aver parlato con Verstappen abbiamo capito che era molto arrabbiato. Non ha incolpato noi steward. Avremmo potuto multarlo, ma abbiamo preferito dargli dei lavori socialmente utili”.
In realtà Herbert ha poi svelato un altro particolare, ovvero della riunione avuta successivamente con altri piloti: “Sono un gruppo unito e hanno sostenuto tutti Max. Ritengo però che ci siano troppe parolacce e non voglio che mio nipote di 5 anni le ascolti. L’atteggiamento della FIA è corretto in questo”.
Vedremo come la prenderà lo stesso Verstappen che resta della sua idea, anche perché la parola usata per etichettare la sua Red Bull non era proprio Oxfordiana ma nemmeno roba da bassifondi di Manchester.