La Formula 1 è sotto choc per la decisione appena ufficializzata dalla Scuderia: addio dolorosissimo
Un mese di pausa per ricaricare le energie, fisiche e mentali, e ritornare carichi in vista dell’ormai prossimo GP di Austin, in Texas. La Formula 1 è pronto a correre verso un finale di stagione scoppiettante, soprattutto per quel che riguarda la lotta per i titoli mondiali.
Il campionato costruttori sembra adesso essere saldamente nelle mani della McLaren che, a conti fatti, sta dimostrando da mesi di avere a disposizione la vettura più veloce ed affidabile. Con buona pace della Red Bull che domenica dopo domenica non può fare altro che affidarsi al talento di Max Verstappen per contenere il gap da Norris e Piastri. L’inglese, tra l’altro, è a soli 52 punti dal tre volte campione del mondo a 6 GP dal termine dell’annata. Dunque, a questo punto, tutto può accadere.
I team, intanto, stanno orientando le proprie attenzioni verso il futuro, verso la possibilità di cambiare e non poco in ottica 2025. Più di tutti lo sta facendo la Ferrari. Da Lewis Hamilton, che prenderà il posto di Carlos Sainz destinato alla Williams, fino a Loic Serra, neo direttore tecnico del Cavallino Rampante che rimpiazza Cardile finito in Aston Martin. Ad ogni modo i cambiamenti non sono sempre semplici e una scuderia in particolare sta vivendo una dolorosa rivoluzione interna con un addio epocale.
Formula 1, l’addio fa male: “Era necessario”
Renault non produrrà più motori in Formula 1. Una svolta storica per la casa francese che, con Alpine, dal 2026 dovrebbe diventare un team F1 cliente della Mercedes. Una decisione pazzesca che è stata però presa per una particolare ragione: a spiegarlo all’Equìpe è stato l’amministratore delegato della Renault.
Una scelta dolorosa, come ha ribadito Luca De Meo: “È il risultato di mesi di analisi e osservazioni. Prendere questa decisione è stato davvero straziante“. L’ad ha elogiato il lavoro fatto da chi è impegnato nella realizzazione delle power unit Renault in quel di Viry-Chatillon. Per Renault, comunque, non c’è stata scelta. “Sono certo che metteranno questo stesso spirito ai progetti a cui si dedicheranno”. De Meo ha proseguito: “Non posso pensare come un tifoso nel mio lavoro, sono un manager. Gestisco una società quotata in borsa e devo pensare ad un programma per vincere in Formula 1”.
“Eravamo diventati invisibili”, ha ribadito De Meo, “con altre due stagioni come questa il progetto si sarebbe sgonfiato. Bisognava trovare un nuovo senso economico, dando una scossa”. Un mercato cambiato secondo De Meo che ha spiegato anche l’impatto economico della scelta: “Costruire un motore costa 200-250 milioni l’anno, prenderlo da Mercedes meno di 200”. De Meo ha infine ribadito come la scuderia non sia in vendita. Alpine rimarrà a lungo in F1 ma con un motore differente.