Lewis Hamilton e l’ottavo titolo iridato: la comunicazione che cambia tutto. Clamoroso quanto sta accadendo
Ultime sei gare del Mondiale di Formula 1 poi il 2024 finirà definitivamente agli archivi. Rispetto alle ultime due stagioni, stavolta il campionato è decisamente molto più aperto e combattuto, merito di una McLaren che ha avuto uno sviluppo della monoposto davvero incredibile. E così, anziché contare i minuti per vedere Verstappen Campione del mondo, quasi con un po’ di noia, i tifosi possono ammirare la battaglia senza esclusione di colpi tra il pilota olandese e Lando Norris.
L’inglese della McLaren, infatti, ha appena 52 punti di ritardo dalla vetta del Mondiale e con sei gare a disposizione tutto può ancora accadere, a patto che lui e Piastri iniziano a fare gioco di squadra anziché sfidarsi l’un l’altro avvantaggiando proprio Max.
Tagliato fuori dalla lotta per il titolo, invece, Lewis Hamilton. Dall’avvento delle monoposto ad effetto suolo, la Mercedes non è riuscita più ad essere competitiva ed il numero 44 ha vissuto le ultime tre stagioni nell’ombra, con solo qualche sporadico acuto dovuto al suo talento più che ad una monoposto realmente competitiva.
Hamilton, l’ammissione sull’ottavo titolo mondiale
Per il britannico sono gli ultimi mesi a Brackley prima del trasferimento in Ferrari. Ha voluto così coronare uno dei sogni che aveva da bambino: correre per la scuderia di Maranello. Una grande operazione mediatica e di merchandising, ovviamente, ma si spera – da ambo le parti – possa trattarsi di un accordo fruttuoso anche dal punto di vista sportivo, con il ritorno del titolo iridato a Maranello che manca dal 2007 con Kimi Raikkonen.
Hamilton, d’altronde, vuole vincere l’ottavo titolo per entrare nella leggenda di questo sport definitivamente staccando perfino Michael Schumacher. E farlo in Ferrari sarebbe l’apoteosi per lui. Da qui la volontà di unire le forze e vincere insieme.
E proprio l’ottavo titolo è una chimera per Hamilton. Il pilota britannico, nel 2021, l’aveva di fatto vinto, salvo poi sfuggire all’ultimo giro del Gran Premio di Abu Dhabi, epilogo di quel campionato del mondo. Lo conquistò Verstappen che sfruttò le decisioni scellerate dell’allora direttore di corsa Michael Masi.
E proprio questo nome è tornato in auge, tirato in ballo da Gunther Steiner, ex team principal Haas ed autore del libro “Unfiltered”. “Il finale di Abu Dhabi del 2021, dal punto di vista normativo, è stato uno spettacolo osceno di dimensioni bibliche” si legge nel suo libro.
Steiner, poi, prosegue con la sua analisi, vissuta in prima persona dai box in qualità di team principal della Haas. “Se ci fosse stato Charlie Whiting – storico ex direttore di gara scomparso nel 2019 – circa la decisione vi sarebbero stati meno imbarazzi e polemiche. Lewis, ci fosse stato Charlie, sarebbe ora otto volte campione del mondo“.