Un terribile lutto ha colpito, nelle scorse ore, il calcio italiano: se ne è andato un vero e proprio pezzo di storia soprattutto dell’Imperia
Come un fulmine a ciel sereno è arrivata una di quelle notizie che sconvolge il mondo dello sport. In particolar modo il calcio italiano che ha perso una figura importante quanto storico. Un improvviso malore, giunto a 78 anni, ha posto per sempre la parola “fine” alla vita dell’ex atleta.
Così se ne è andato Salvatore Sassu, per tutti semplicemente conosciuto come “Tore“. A comunicare la drammatica e triste notizia ci ha pensato la SSD Imperia Calcio (militante in Serie D nel girone “A”) con una nota stampa. Nativo di Vado Ligure (provincia di Savona) il 19 ottobre del 1946, Sassu è stata una figura importante per il calcio italiano.
Non solo come calciatore, ma soprattutto come dirigente dopo aver lavorato in alcune società. Ad Imperia lo ricordano con molto affetto visto che è stato uno degli artefici della storica promozione, in Serie C, da parte della squadra ligure. Arrivò nella città ligure nella stagione 1969-70 proveniente dalla Sestrese. Non ci mise molto a farsi apprezzare dalla tifoseria che, tutt’ora, lo ricorda con grande affetto e commozione.
Lutto nel calcio italiano, addio a Salvatore ‘Tore’ Sassu
La notizia della sua morte è stata comunicata mercoledì 25 settembre. Di ruolo terzino sinistro (ma all’occorrenza poteva essere spostati anche sulla fascia destra ed a volte posizione centrale), tanto da essere considerato come uno dei primi a proporsi in avanti come fluidificante. Anticipando, in qualche modo, nel suo ruolo i tempi moderni.
Dotato di un ottimo piede sinistro e di un discreto temperamento, con la maglia nerazzurra giocò per due stagioni prima di essere ceduto, nel 1973, alla Nuorese. Il suo periodo in Sardegna, però, durò pochissimo. Tanto è vero che decise di ritornare in Liguria per firmare con l’Alassio. Nel corso della sua carriera ha vestito anche la maglia dell’Omegna (all’epoca allenata da Gigi Bodi). Con i piemontesi disputò tre stagioni, prima di ritornare proprio in quel di Imperia.
Con i nerazzurri, però, giocò solo un incontro visto che dovette appendere le scarpette al chiodo anticipatamente. Era il 28 dicembre del ’75 quando, durante una amichevole contro la Dianese: un terribile scontro di gioco con il portiere avversario, Masieri, gli procurò la rottura di tibia e perone. Con l’Imperia ha totalizzato 79 presenze trovando la via della rete in una sola circostanza.
Dopo aver messo da parte la carriera da calciatore rimase nel mondo del calcio iniziando la vita come direttore sportivo. Prestò il suo servizio per molte squadre: Vado, Savona, Imperia ’87, Imperia 1923, Pro Imperia e Imperia. Lascia il figlio Paolo, parenti ed amici che lo ricordano come una persona dal cuore grande e sempre disponibile verso tutti.