Maurizio Sarri torna a parlare. L’ex tecnico di Lazio, Napoli, Chelsea e Juventus ha rilasciato una intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale si è innanzitutto augurato di tornare presto in campo: “Spero prima di gennaio” – ha detto – “dipenderà dalle situazioni, dalle offerte che riceverò, dalle motivazioni. Dalla telefonata che mi trasmetterà più adrenalina”.
Si torna a parlare dell’addio alla Lazio: “No, non mi sono pentito” – spiega l’allenatore – “per me era un momento di fragilità interiore e personale. C’erano situazioni che non mi piacevano. In quei casi: o rinnovi l’allenatore o lo esoneri. O il tecnico si dimette. E io l’ho fatto. Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson via? Non sono stupito, la sensazione all’interno dell’ambiente è che il ciclo fosse finito”.
Riguardo alla Juventus c’è chi rivede nella scelta di puntare su Thiago Motta una similitudine di quando arrivò lui a Torino: “E’ un nuovo tentativo di rivoluzione da parte del club bianconero, stesso film o due film diversi? Sono film diversi. Quando sono arrivato io, alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. In questo momento, invece, penso ci siano. Siamo all’inizio, ma a sprazzi si vede la volontà di Motta di fare qualcosa di diverso”.
In bianconero c’è Giuntoli, che Sarri conosce bene: “Riuscirà a vincere lo Scudetto. Non so in che tempi, ma vincerà anche alla Juventus. È un direttore che capisce velocemente idee e caratteristiche dei giocatori ideali per il suo allenatore. E poi ha un coraggio immenso, che trasmette a squadra e staff”.