Ha parlato poco fa in conferenza stampa in vista del match contro Israele il ct dell’Italia, Luciano Spalletti, ecco le sue dichiarazioni: “Ho letto il discorso di Sacchi e lo ritengo corretto. Lui ci ha insegnato in quale difficoltà possiamo incorrere se non la prepariamo bene. Sarà una partita totalmente diversa rispetto a quella contro la Francia, quel match sarà difficilmente riproponibile. Con la squadra ne ho parlato anche stamani di questa trappola che si potrebbe verificare se non ci arriviamo bene come contro la Francia“.
Italia, Spalletti sulla formazione
Oltre a Calafiori indisponibile cambierai altri giocatori: “E’ difficile riproporre in blocco la squadra di venerdì, smaltire la fatica a distanza di due giorni è impossibile. Ora vediamo come stanno, ma ci sta che cambierò 3-4-5 calciatori“.
Tonali è un giocatore molto importante per voi. Come giudica questo suo ritorno in gruppo: “Eravamo tutti a braccia aperte pronti ad accoglierlo, per noi è un giocatore importante viste le sue qualità. Ora ce l’abbiamo, s’è rivisto un Tonali nuovo, molto voglioso di far vedere la sua qualità di calciatore, un Tonali che ha la capacità di aiutare tutti in campo perché sa fare tutto. E poi i compagni di squadra gli vogliono molto bene, averlo ritrovato nello spogliatoio anche per gli altri è stato motivo di grande piacere“.
Bastoni è in grado di fare due partite? Come sta Frattesi: “Bastoni domani gioca perché poi togliere sia lui che Calafiori diventa complicato. E’ quello che ha più esperienza, ha cose che possono far bene a tutta la squadra. Frattesi è da valutare nell’allenamento di oggi, ma lui dice di stare bene e di essere pulito. E’ stato sostituito prima, è stato risparmiato del pezzo più pericoloso da smaltire. C’è da vedere un po’ l’allenamento“.
Sul momento dell’Italia
Tre anni fa l’Italia ha vinto gli Europei, ma poi non è andata ai Mondiali. Cosa non è andato molto bene negli ultimi tre anni e come vedi il futuro della Nazionale: “Sento fare discorsi contrastanti sul discorso che ci riguarda come Nazionale. Io parto sempre da un mio pensiero, ovvero che una Nazione come l’Italia avrà sempre 20 giocatori per comporre una squadra forte. Questi presupposti ci saranno sempre, al netto del periodo. Magari bisogna essere bravi a capire i momenti, ad esempio in questo periodo qui non abbiamo il vero purosangue da un punto di vista tecnico-calcistico, non abbiamo Baggio, Del Piero o Totti. Ma ne abbiamo tanti che sanno fare molte cose, che sanno adattarsi, un calcio di sentimento e di sacrificio. E queste cose possono fare la differenza. Si torna ad essere più disponibili a saper fare tutti tante cose e a prendersi le responsabilità di squadra. Venerdì più che squadra siamo stati fratelli che hanno composto una squadra e quella è la chiave che trova la soluzione a qualsiasi difficoltà che hai“.
Le tue squadre hanno sempre avuto un carattere molto speciale, puoi portarlo anche in Nazionale: “Quando mi sono avvicinato a questo sport, a questo gioco, ho sempre pensato che poi le soluzioni le avrei trovate grazie alle qualità dei calciatori e del gioco. Poi effettivamente mi sono ritrovato spesso professionisti che hanno saputo lottare oltre che mettere qualità. In questo momento qui c’era soprattutto bisogno di andare a riscoprire questa disponibilità, a essere forti da un punto di vista di carattere, di corsa, di spirito. Venerdì ho visto tante cose belle, contro la Francia abbiamo ottenuto una vittoria che fa bene a tutti meritando l’attenzione della stampa. Sono fiducioso di poter riproporre il calcio fatto vedere nell’ultima partita“.
Sulla vittoria con la Francia
E’ cambiato l’umore della squadra dopo venerdì: “Io ho cercato di essere differente perché ciò che facevo prima era qualcosa di sbagliato. Noi dobbiamo saper interpretare cosa abbiamo fatto, saperci ragionare. Io ho modificato delle cose. Però ho visto un gruppo subito molto coeso, compatto. Poi la differenza l’ha fatta probabilmente anche il numero dei giocatori portati, il fatto di aver lasciato qualcuno fuori in passato secondo me ha disturbato molto. E poi stiamo portando il discorso sulla possibilità di mettere in campo un po’ di qualità differenti: tutti si sono adattati a fare un po’ tutto e abbiamo messo in campo tante idee di calcio differenti. A volte li abbiamo pressati alti, altre volte abbiamo fatto blocco bassissimo tornando al calcio che storicamente ci ha contraddistinto. Ma altre volte abbiamo anche mantenuto il possesso palla in mezzo al campo interpretando quindi il calcio di scuole diverse. Altre volte abbiamo cambiato gioco per poi puntare la fisicità delle punte, come faceva l’Inghilterra. C’è un po’ la scuola calcio italiana, un po’ quella spagnola, un po’ inglese… Il possesso palla dice 53 loro e 47 noi e non era facile. Spesso siamo andati da una parte all’altra con una qualità assoluta come hanno fatto Dimarco e Tonali in occasione del gol. Quella è un’azione partita dal portiere e sento dire che ‘finalmente’ giochiamo all’italiana. A me è sembrato qualcosa di più in quell’azione, però poi si può semplificare tutto dicendo ciò che ci pare. Detto ciò, siamo stati davvero bravi ma ci tengo a precisare che nessuno dei tre gol è stato realizzato in contropiede. Siamo stati sempre compatti, uniti, mi sono sembrati più una squadra di fratelli. Tutti sapevano fare tutto e nessuno delegava ai compagni. Retegui sul gol di Frattesi ha fatto passare il pallone tra i due centrali in maniera perfetta, poi è chiaro che Frattesi s’è mosso al meglio. Si sono viste delle giocate di qualità, abbiamo dimostrato di far parte di un po’ tutte le razze di gioco“.
Sulla sfida a Israele
Affrontate Israele. Quale ruolo può avere il calcio in questo contesto: “Loro saranno determinati nel voler far vedere il loro problema sociale, viste le difficoltà che stanno vivendo metteranno in campo il doppio della voglia che ci vuole. Vorranno dare una risposta alle difficoltà che hanno“.