Matteo Berrettini si prepara al ritorno in campo allo Us Open, al via da lunedì prossimo a New York. Ecco cosa potrebbe succedere
Sarebbe stato un miracolo ma non ce l’ha fatta. Avrebbe significato raggiungere, con diversi mesi di anticipo, l’obiettivo stagionale prefissato al momento del ritorno in campo e ribadito a Gstaad in fase di commento post-partita dopo aver conquistato il torneo.
Matteo Berrettini, rientrato nel circuito a marzo dopo 194 giorni di assenza da numero 154 del mondo, aveva promesso di risalire prontamente in classifica, ponendosi come traguardo di rientrare entro fine anno in Top 30. La prima missione è stata compiuta brillantemente, per la seconda bisogna ancora attendere un po’. E dire che, nella settimana che aveva preceduto il Master di Cincinnati, il finalista a Wimbledon 2021 ci aveva creduto.
Già perché, affacciatosi alla kermesse in Ohio forte della posizione numero 41 del ranking, all’azzurro sarebbe ‘bastato’ raggiungere i quarti di finale – o la semifinale, per non dipendere dai risultati dei rivali – per assicurarsi un posto privilegiato in vista degli Us Open. Se Matteo avesse scalato ancora il ranking fino alla 32esima posizione, sarebbe infatti rientrato tra le teste di serie del Major americano. Nulla da fare. Un primo turno ostico con Holger Rune, futuro semifinalista della kermesse, è stato fatale.
Berrettini, mina vagante nel tabellone di New York
L’ex numero 6 del mondo dovrà invece accontentarsi di occupare la casella numero 44 allo Us Open. Una posizione che non gli garantisce, almeno sulla carta, un tabellone semplice. ‘The Hammer’, i cui precedenti a New York non sono affatto disprezzabili, potrebbe però rappresentare una delle possibili sorprese del torneo.
Forte di un pregresso di tutto rispetto a Flushing Meadows, Matteo si candida al ruolo di possibile outsider. Certo, l’unico match giocato finora sul cemento è stato il suddetto incrocio con Rune di pochi giorni fa ma la superficie veloce può esaltare il servizio del tennista azzurro, nonché il suo efficacissimo diritto.
Puntare alle semifinali – questo il miglior risultato ottenuto da Berrettini in carriera a New York, era il 2019 – forse è troppo. Probabilmente lo è anche pensare di arrivare in quarti di finale, già raggiunti nel 2021 e 2022, in quelli che sono stati gli anni migliori per Matteo.
L’azzurro, le cui incognite sono legate soprattutto alla tenuta fisica sui cinque set, può in ogni caso essere una mina vagante per chiunque. Tra poche ore verrà svelato il tabellone dell’attesissimo Slam. Con Matteo fuori dai ‘magnifici 32’, le speranze italiane sono riposte nei quattro azzurri inseriti tra le teste di serie: Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Flavio Cobolli. Chissà che non ci sia l’ennesimo derby stagionale…