Dieci giorni alla fine del mercato e ancora troppi casi da risolvere per poter avere qualche certezza rispetto allo scenario che la serie A presenterà una volta che saranno chiuse le porte dello Sheraton.
Tra i più impellenti spicca la situazione della Roma, al momento ancorata alle evoluzioni saudite che andranno a contraddistinguere il futuro di Paulo Dybala. Come abbiamo raccontato a metà della passata settimana, la Joya è oggetto di una proposta potenzialmente faraonica dall’Arabia Saudita. Offerta in grado di minare il desiderio reciproco di proseguire il connubio tra l’argentino e l’universo giallorosso. Dopo un’iniziale reticenza, l’ex bianconero avrebbe anche dato il suo assenso alle condizioni economiche sin qui proposte solo verbalmente dagli intermediari che si occupano della trattativa per l’Al Qadisiya, ma perché il tutto diventi più di una suggestione, è opportuno passare a vie di fatto che al momento ancora non si sono concretizzate. Un conto è parlare di ipotesi di guadagno e di triennali da capogiro, un altro è trovarsi di fronte ad offerte scritte e concrete che al momento non sono ancora pervenute né alla Roma nè alla Joya. Da questi sviluppi dipenderanno anche le mosse successive dei capitolini, che nonostante un accordo sulla parola con il Rennes per Assignon non hanno a loro volta ancora formulato la proposta ufficiale ai francesi in grado di regalare a De Rossi il suo nuovo terzino destro. Il sospetto che gli sviluppi della fase finale del mercato dei giallorossi dipendano direttamente dalle evoluzioni legate a Dybala c’è, ed è anche piuttosto fondato.
Dopo un mese abbondante di identikit abbozzati, partendo dalla ricerca del profilo più adeguato alle esigenze congiunte della proprietà e del management dell’Inter, la scorsa settimana abbiamo finalmente reperito il nome sul quale i nerazzurri hanno deciso di concentrare i propri sforzi.
Il profilo identificato è quello di Tomàs Palacios, uno del quale prendendo informazioni in Argentina, si raccontano meraviglie. Prospettive di crescita che non sono passate inosservate ai Campioni d’Italia, che dopo avere imbastito la trattativa ed essersi trovati di fronte alle oggettive difficoltà che la avrebbero caratterizzata, sembrano avere trovato la chiave di volta per poter avanzare in maniera sostanziale e con buona pace di una concorrenza importante e danarosa. L’interlocutore sarà solo il Talleres, e soprattutto il diretto interessato ha concesso priorità assoluta alle avances nerazzurre. Una percentuale sulla rivendita potrebbe rappresentare la mossa vincente per regalare a Simone Inzaghi un nuovo profilo sul quale lavorare, e da valorizzare fino a trasformare in un fattore. Sia sul campo, che in chiave bilancio.
Alla Juventus sono infine collegati due gialli di mercato che attendono la loro risoluzione. Il primo riguarda Koopmeiners, e più che un romanzo ha le sembianze di una telenovela. Era gennaio quando con Alfredo Pedullà rivelammo il nome dell’olandese come quello prioritario per il mercato che avrebbe preso piede in estate. Le (lecite) rimostranze di Percassi hanno messo in discussione l’esito di una trattativa che alla fine dovrebbe trovare il semaforo verde, peraltro a condizioni economiche più che soddisfacenti per un’Atalanta che sarebbe poi chiamata a mettere il punto esclamativo sulla propria estate. Per tranquillizzare il fuoriclasse che ha sulla panchina, e per dimostrare ancora una volta che nonostante le ingerenze di terzi, a Bergamo il lavoro sul campo ha un valore più importante di ogni genere di “ricatto”.
E con questa espressione non è certamente a Koopmeiners che facciamo riferimento: del resto l’olandese ha dalla sua parte una promessa di essere lasciato libero di salpare verso una big da almeno dodici mesi, a patto che la proposta fosse ritenuta all’altezza del suo valore. Chi stupisce in negativo è piuttosto Lookman, esattamente come la gestione approssimativa di chi si occupa dei suoi affari. Consentire che un giocatore completamente rivitalizzato dalla sua esperienza a Bergamo dopo anni di promesse non mantenute, possa decidere di rifiutare una convocazione semplicemente perché qualcuno gli ha paventato ipotesi di guadagni di capogiro al PSG, è poco serio e del tutto privo di riconoscenza. Specie se i riscontri concreti (leggasi offerte) non sono mai pervenuti a chi di dovere. Il pugno di ferro della proprietà, in questo caso, sarebbe un atto dovuto.
Tornando alla Juventus, resta da risolversi il rebus Federico Chiesa. Non è un mistero che lo spauracchio sia rappresentato dalla prospettiva di perdere il figlio d’arte a parametro zero tra un anno, magari in favore di una delle rivali storiche dei torinesi. Ed allora l’unica soluzione percorribile è quella di trovare un compratore disposto a presentare una proposta nell’immediato che non faccia perdere ai bianconeri il seppur ridotto guadagno di una sua cessione, e a Chiesa un’intera stagione dopo che troppe ne ha già vissute in disparte per ragioni indipendenti dalla sua volontà.
L’ultima idea di Ramadani, porta a Barcellona. I blaugrana hanno memorizzato le condizioni eventuali di un trasferimento e stanno valutando la prospettiva di avanzare con una proposta concreta per la Juventus. Al momento non si è ancora verificato nulla, ma di certo qualora dovesse accadere, a Torino accoglierebbero di buon grado.