Retroscena clamoroso quella appena emerso su Verstappen. La vicenda ha lasciato tutti stupiti. È tutto vero
Esattamente dieci anni fa, Max Verstappen iniziava il suo cammino all’interno della scuderia Red Bull, una partnership che avrebbe cambiato il volto della Formula 1 negli anni successivi.
All’epoca, il giovane talento olandese era ancora un promettente adolescente impegnato nell’Europeo di Formula 3, ma già allora le sue prestazioni in pista non passavano inosservate. La vicenda che ha portato Verstappen a scegliere Red Bull, preferendola alla Mercedes, è ricca di dettagli intriganti con un Helmut Marko determinato a strappare il giovane pilota dalle grinfie di Toto Wolff.
La trattativa venne condotta con una spregiudicatezza tale da far dire a Marko, anni dopo, che “mi additavano come un criminale”. Ma cosa portò a queste accuse? Come si arrivò a quel punto in cui la scelta di un giovane talento divenne una questione così delicata e discussa? Marko ricorda con precisione quel periodo.
“Ci siamo seduti a una tavola rotonda, davanti a un caffè, in una stanza piena di Verstappen. Max era ancora minorenne, quindi tutta la famiglia doveva firmare” racconta Marko. L’atmosfera era elettrizzante, la tensione palpabile. Red Bull e Mercedes si stavano contendendo uno dei talenti più promettenti che la Formula 1 avesse visto da tempo. Ma per Marko non era solo questione di talento. Max aveva qualcosa di speciale, qualcosa che lo rendeva unico. Per questo era disposto a tutto pur di assicurarsi il giovane pilota.
Il momento decisivo arrivò al Norisring, durante il weekend del 28-29 giugno 2014. Verstappen, allora impegnato nel campionato europeo di Formula 3, vinse tutte e tre le gare in programma su quel circuito cittadino, nonostante le condizioni meteo difficili che avrebbero messo in difficoltà anche i piloti più esperti.
Retroscena su Verstappen, Marko svela tutto
“Chiamai Jos subito il giorno dopo” ricorda Marko, “Max era stato nettamente più veloce di tutti gli altri piloti in pista in condizioni molto difficili, un tratto era bagnato, ma poi c’erano subito altri punti della pista completamente asciutti”. Quell’esibizione di talento convinse definitivamente Marko che Verstappen non poteva aspettare. La sua destinazione doveva essere la Formula 1, e subito.
La Red Bull, però, doveva affrontare un avversario temibile ovvero la Mercedes, che, con Toto Wolff al comando, aveva già messo gli occhi su Max. Ma Marko non era disposto a perdere e tirò fuori il suo asso nella manica: l’offerta di un posto in Toro Rosso già nel 2015, bypassando completamente la tappa intermedia della Formula 2.
Un’offerta che né Max né la sua famiglia poterono rifiutare. “Più è alto il rischio più è alto il guadagno e il divertimento” commenta Marko, spiegando il suo immarcescibile approccio alla trattativa. Era una scommessa, e come tutte le scommesse, aveva i suoi rischi. Ma Marko era sicuro che avrebbe pagato.
Eppure, non tutti erano d’accordo con questa mossa. Le critiche non tardarono ad arrivare soprattutto quando, nel 2015, Verstappen ha iniziato a mostrare qualche incertezza in pista. I suoi errori e le sue manovre sopra le righe fecero storcere il naso a molti e Marko si trovò al centro di un vortice di polemiche. “Mi additavano come un criminale” ricorda, con un tono che lascia trasparire l’amarezza di quei momenti. “Ma era ovvio che Verstappen avrebbe commesso degli errori. Lo avrebbe fatto anche in F2, ma sapevo che era pronto per correre subito in F1”.
Marko, però, non si fece scoraggiare. Credeva fermamente in Max e sapeva che, nonostante le difficoltà iniziali, il giovane pilota olandese avrebbe dimostrato il suo valore. E così fu. Nel 2021, sette anni dopo quel controverso debutto, Max Verstappen ha coronato il suo primo titolo mondiale, coronando la visione di Marko e la strategia audace della Red Bull. Evidentemente, Marko ci aveva visto giusto.