Altra polemica vera e propria sollevatasi durante le ultime gare di Parigi 2024. Gli atleti non ci stanno e cominciano a protestare
Nonostante una cornice di pubblico molto elevata e l’attenzione mediatica di tutto il mondo, i giochi olimpici di Parigi 2024 non sono affatto esenti da critiche e da momenti poco edificanti. In particolare è finita sotto accusa l’organizzazione francese, a partire da alcune scene poco gradite già dalla cerimonia inaugurale.
Lo sport che più di tutti sta avendo difficoltà in questi giorni è il nuoto. In particolare per la scelta confermata di far disputare le gare di fondo nelle acque della Senna, il noto fiume navigabile che taglia in due la città francese. Il problema è che la qualità dell’acqua non sembra proprio delle migliori, visto il colore piuttosto scuro e torbido che aumenta il rischio di contagi batteriologici.
Non si è mai gareggiato in un fiume per quanto riguarda il nuoto di fondo alle Olimpiadi, il tutto rafforzato dai pareri di alcuni atleti che si son dovuti tappare naso e orecchie e nuotare in una Senna decisamente poco pulita. Non bastasse questa aspra polemica sul fondo, anche le gare indoor non sono state risparmiate da critiche, in particolare nei confronti di chi ha organizzato il tutto.
Nuotatori sul piede di guerra a Parigi: la vasca è insufficiente
Il motivo di tale polemica, come evidenziato da ‘Sardegnaoggi.it’, riguarda la composizione della vasca presente nella Defense Arena. Niente da dire sull’impianto, moderno e sempre pieno di spettatori, ma le dimensioni non convincono affatto i nuotatori. In particolare è la profondità della vasca che non piace, perché considerata troppo corta, visto che misura solo 2,15 metri.
Il limite minimo per le competizioni internazionali dovrebbe essere di 2,50 metri, ma la piscina ha avuto l’ok a far disputare le gare di nuoto quando il limite era di due metri. Il problema, rivelato da tanti atleti (tra cui il nostro Thomas Ceccon) riguarda la lentezza delle gare, dovuta al maggiore ritorno delle onde generate da nuotatori, che ne vedono così rallentato il movimento. Le correnti create dagli atleti di solito si disperdono verso il fondo della piscina, condizionando la vasca di ritorno.
In questo modo è quasi impossibile battere i record mondiali ed olimpici per chi gareggia a Parigi 2024. I tempi della finale maschile dei 100 metri rana sono l’emblema: mai si è nuotato così lentamente negli ultimi venti anni, tanto che la medaglia d’oro Nicolò Martinenghi ha effettuato il decimo miglior tempo stagionale, ben lontano dai primati sperati.
Qualche eccezione c’è, perché Katie Ledecky ha polverizzato mercoledì sera il record olimpico nei 1500 metri stile libero femminile ma si tratta di un caso isolato. Le scelte dell’organizzazione di Parigi 2024 continuano ad essere contestate.