L’ombra sinistra del doping si allunga sui Giochi Olimpici di Parigi 2024: due atleti sono stati sospesi. Ecco chi sono
I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sarebbero dovuti essere una festa dei popoli, invece si stanno caratterizzando per le polemiche, scatenatesi già al suo avvio. La parodia in chiave queer dell’Ultima Cena durante la cerimonia inaugurale ha indignato i cristiani di tutto il mondo mentre nel nostro Paese continuano a tenere banco i discutibili arbitraggi che hanno penalizzato alcuni dei nostri atleti, nello specifico, del judo, della scherma e della boxe.
Il tutto senza dimenticare le legittime proteste dei nuotatori per il livello di inquinamento della Senna, dove si svolgono le prove di nuoto in acque libere, che ha indotto gli organizzatori a modificare il programma. Ebbene, a completare un quadro, a dir poco, a tinte fosche l’ombra sinistra del doping si allunga sulla kermesse parigina a cinque cerchi: due atleti sono stati sospesi.
Parigi 2024, due atleti squalificati per doping: ecco chi sono
Il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) ha confermato la sanzione irrogata dall’Agenzia Internazionale di Controllo a due atleti per uso di sostanze dopanti. Il primo è il judoka iracheno Sajjad Ghanim Sehen che ha gareggiato nella categoria maschile -81kg. Un controllo fuori gara ha rilevato nelle sue urine tracce di sostanze vietate come il metandienone e il boldenone, classificati come steroidi androgeni anabolizzanti.
Il judoka avrebbe dovuto sfidare l’uzbeko Sharofiddin Boltaboev, alla Champ de Mars Arena, ma a seguito della conferma della positività è stato squalificato, ragion per la quale non ha neanche esordito a Parigi 2024. È salita sul ring e ha incrociato i guantoni con la rappresentante di Taipei, Shih Yi Wu, ma è stata squalificata dopo la conferma della sua positività alla furosemide, un diuretico che viene assunto per mascherare l’uso di sostanze dopanti, la pugile Cynthia Temitayo Ogunsemilore.
Come anticipato, i due atleti hanno presentato ricorso contro la sospensione per doping ma, come detto, il TAS ha avallato la decisione dell’ITA, che si è occupata delle analisi, certificando così i primi due casi di doping ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 che riguardano atleti non di prima fascia e, quindi, poco noti. Tuttavia, non è escluso che nei prossimi giorni possano essere riscontrate altre positività.
D’altra parte, a dispetto del motto olimpico secondo il quale “l’importante non è vincere ma partecipare” – la cui paternità è attribuita al fondatore dei Giochi Olimpici moderni, il barone Pierre de Coubertin, che in realtà citò il vescovo anglicano Ethelbert Talbot – per molti atleti l’unica cosa che conti davvero è mettersi al collo una medaglia. A tutti i costi, quindi anche ricorrendo a pratiche dopanti.