Stallo, stasi, paralisi: chiamatela come volete, ma la vicenda Osimhen, ad oggi, non è che questo: un triello alla Sergio Leone tra giocatore, Napoli e possibile acquirente. Che però al momento non c’è. O se c’è, non si vede e soprattutto non si sente. L’offerta, carburante necessario per accendere il motore della trattativa, non è mai arrivata, quantomeno non tale da portare De Laurentiis a sedersi al tavolo. La frenesia nel cercare di dare una forma al futuro di Osimhen ha portato addirittura Roberto Calenda, agente del giocatore, a smentire fantasiosi scambi, come lui stesso li ha definiti, con il Chelsea coinvolgendo Lukaku. Chiede rispetto, ma come non portarlo a chi ha fatto la storia del Napoli e chi è, a tutti gli effetti, tra i migliori attaccanti al mondo.
Rimane però il suddetto stallo Osimhen, sulla scia di una sceneggiatura messa in bozza già un anno fa, tra le offerte – allora sì – tante e tentatrici, i mal di pancia del giocatore, il rinnovo a cifre da capogiro e la certezza condivisa a reti unificate che Osimhen, in estate, avrebbe salutato Napoli. Oggi quella certezza appare sbiadita, tanto quasi da diventare una semplice possibilità. La clausola da 130 milioni, come l’ingaggio, pesa eccome. Le offerte da Parigi non arrivano, quelle dalla Premier neanche e allora, a un mese dalla fine del mercato, l’ipotesi che alla fine possa restare diventa paradossalmente reale. Ma 30 giorni sono un’eternità e tutto ancora può succedere.