La società che sta facendo più cambiamenti in questa sessione di mercato è certamente la Juve. Se provate a osservare gli acquisti delle grandi squadre in lotta per lo scudetto, quella bianconera vedrà certamente titolari i quattro acquisti realizzati finora: Di Gregorio, Cabal, Douglas Luiz e K. Thuram. L’Inter non sa ancora se Zielinsky sarà solo una valida alternativa nel ricchissimo centrocampo, il Milan ne schiererà certamente uno come Morata e il Napoli potrà esporre Buongiorno e Spinazzola. Siamo ancora in una fase interlocutoria ma da questi primi colpi si comprendono immediatamente le strategie più o meno aggressive delle società. Lo abbiamo detto subito: sarà l’anno degli allenatori con tante novità da scoprire. Fonseca pare essersi inserito immediatamente nella testa dei giocatori del Milan che ne apprezzano le qualità didattiche. Il portoghese parte dai fondamentali: come si difende e come si attacca da squadra ma con lezioni individuali molto approfondite. Il Milan ha bisogno di togliersi di dosso quella mentalità scanzonata, a tratti sprovveduta, che ha caratterizzato tutta la scorsa stagione. Troppo elevata la quantità di gol incassati per non far riflettere ogni singolo giocatore sull’approccio personale e di squadra alla fase difensiva. Thiago Motta usa, invece, argomenti netti per far capire chi è dentro e chi è fuori il progetto. La Juve aveva bisogno di un approccio quasi scioccante dopo tre anni di delusioni per nulla ripagati da una “misera” coppa Italia. Non era in discussione la rosa quanto la mentalità negativa germogliata nello spogliatoio. Una sorta di menefreghismo per la causa comune sul qual è necessariamente intervenuto a gamba tesa Giuntoli. Troppo forte la cura (appena iniziata) per non comprendere fino in fondo il problema generato attorno a un Allegri del tutto latitante su dinamiche di spogliatoio e di gioco. Per fortuna dei bianconeri si è voltato pagina e si guarda con interessa alla rivoluzione in attesa che Motta possa realizzare le sue idee. Perché sono proprio le idee quelle che sono mancate alla Juve negli ultimi anni. Idee di gioco e idee strategiche sul futuro. Impossibile non pensare a confronti per capire e apprezzare le differenze. Vedremo. Dalla Juve a un ex juventino che allena il Napoli. Di Antonio Conte apprezziamo sempre il parlar chiaro. “Non tiratemi dentro certi cori perché io ho rispetto per tutti”. Finalmente, parole di buonsenso contro i soliti coretti scemi che, per carità, non offendono nessuno, ma pretendere che Antonio Conte salti al grido di “chi non salta juventino è” suona davvero ridicolo. Col sorriso determinato da questo paradosso si potranno seppellire anni di inutili polemiche e di odio costruito a tavolino. Se il Napoli farà bene nella prossima stagione sarà possibile grazie a un uomo del sud, ma juventino fin nel midollo per costruzione professionale. Cosa che non ha mai impedito a Conte di essere un professionista serissimo ovunque sia andato. Punto e a capo.
Paolo De Paola