Nella patria dello Star System hollywoodiano non potevano che brillare gli astri più luminosi presenti in Copa America a stelle e strisce. Tanti i protagonisti che hanno ben figurato sul red carpet di questa prima fase. Simbolo inaspettato dei grandi favoriti è Lautaro Martinez. Stella dallo spietato killer instinct che ha già segnato 4 gol ai gironi, trascinando l’Albiceleste ai quarti praticamente da solo. È lui, indubbiamente, l’uomo immagine della fase ai gironi. Da primo sostituto per Alvarez a, forse, prima scelta di Scaloni per le prossime gare, a partire magari dal quarto contro l’Ecuador.
Non solo El Toro
Per la Tri un vero uomo simbolo non c’è, in virtù però di un collettivo giovane e talentuosissimo. Dal classe 2007 Kendry Paez al duo che parla tedesco Hincapié–Pacho, da Jeremy Sarmiento a Moises Caicedo, 2001 del Chelsea pressoché perfetto in 3 gare su 3.
La Colombia che ha chiuso davanti al Brasile nel girone e che adesso affronta Panama, si lascia ancora cullare – a 10 anni di distanza da quel gol che aveva impressionato il mondo – dalle pennellate di James Rodriguez. 32 anni, l’etichetta di eterno incompiuto, un sinistro poetico che canta quando manda in porta i compagni, come è successo già 3 volte finora. È lui una delle stelle più luminose di questa Copa, insieme al connazionale Daniel Munoz del Crystal Palace, che con 2 gol è il miglior marcatore dei Cafeteros. Per la Celeste benissimo hanno fatto Darwin Nunez e Maxi Araujo. Due reti a testa ai gironi, con il secondo autentica sorpresa uscito però contro gli Stati Uniti per una brutta caduta. Ma dall’Uruguay rassicurano: sta bene ed è pronto a tornare.
Per la sorpresa Venezuela, oltre a Eduard Bello, il trascinatore tra le altre stelle in questa Copa America è stato ancora una volta l’eterno Salomon Rondon. 35 anni tra qualche settimane, 2 gol in 3 partite e un obiettivo in testa: fare la storia, andando oltre quello storico 4° posto nel 2011.